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E' morto Piero Montali, il fondatore del prosciuttificio Sant'Ilario

25 Giugno 2018, 13:37

ENRICO GOTTI

LANGHIRANO È morto Pietro Montali, uno dei signori del gusto di Parma, titolare del Prosciuttificio Sant'Ilario, che ha sede nella frazione di Mulazzano, nel Comune di Lesignano de' Bagni.

Aveva compiuto 82 anni a marzo di quest’anno e fino a un anno e mezzo fa non era mai mancato neppure un giorno al lavoro, nello stabilimento che aveva fondato, esattamente 50 anni fa, nel 1968.

Un’operazione per un problema di salute lo aveva fermato negli ultimi tempi, ma aveva ancora la stessa passione di quando aveva iniziato, da ragazzino, prima come operaio, nel settore dei prosciutti e poi piano piano fino a costruire un’azienda che aveva fatto della qualità la sua bandiera.

I suoi genitori erano mezzadri, lui non aveva voluto lavorare come contadino, ma il legame con la terra, i saperi di una volta li aveva tenuti in serbo per dedicarsi alla ricerca estrema della qualità nella produzione del crudo dolce di Parma.

Chichibio, critico gastronomico della «Gazzetta di Parma» l’aveva intervistato e raccontato nella sua rubrica «I signori del gusto».

«Avevo conosciuto il suo prosciutto, prima di lui – racconta l’esperto cronista gastronomico – era un prosciutto molto buono, sempre, con una personalità spiccata che lo rendeva riconoscibile, un’eccellenza della qualità. L’avevo intervistato e mi aveva spiegato che il prosciutto lo faceva sostanzialmente a partire dalla carne, scegliendo le carni migliori e avendo un rapporto particolare con i macellatori, e questa è una cosa che continua ancora oggi. Poi c’era la lavorazione artigiana con tutti i crismi, la stagionatura lunga. Erano rimasti volutamente piccoli, come stabilimento, senza espandersi, nonostante siano diventati così conosciuti per la qualità».

«I suoi prosciutti avevano uno stile inconfondibile, che era centrato sulla profondità del gusto, con una dolcezza adulta, piena. - sottolinea Chichibio, che rimarca anche lo stile inconfondibile della persona – Pietro Montali era molto riservato, passava il più possibile del tempo al lavoro, al macello e anche negli ultimi tempi, nonostante le difficoltà, andava in azienda a guardare tutto. Aveva cominciato da operaio e ha poi costruito il suo stabilimento».

«Si arriva a questi risultati con la determinazione assoluta, per il massimo della qualità e della perfezione. Su questo era intransigente. Era molto riservato, ma sapeva poi dare senso all’amicizia e allo stare insieme».

Attorno ai figli e ai familiari tutti si stringono quanti lo hanno conosciuto. Gli hanno dato l’ultimo saluto nel funerale che si è svolto sabato, a Sala Baganza, paese di cui era originario, rendendogli onore per la sua tenacia e la sua passione sul lavoro.

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