Katia Golini
Il coro di «no» è unanime. Come a dire: Parma la sua parte la sta già facendo con impegno. Chiedere altri sforzi potrebbe danneggiare l'immagine della nostra città e la sua fama di capitale del buon cibo (che poi significa di qualità delle materie prime). A scatenare l'insurrezione corale è ancora una volta il tema rifiuti. Alla notizia che Iren intende aumentare la mole di immondizia indifferenziata da bruciare nell'inceneritore di Ugozzolo sono in tanti ad insorgere.
LO STOP DEL COMUNE
Il primo stop a Iren arriva dal Comune. Il sindaco Federico Pizzarotti e l'assessore alle Politiche di sostenibilità ambientale Tiziana Benassi, nel lanciare l'allarme durante la conferenza stampa di martedì, hanno già levato gli scudi sostenendo che il limite di 130mila tonnellate di rifiuti all'anno bruciati nell'inceneritore bastano e avanzano. «La soglia non va superata» ha detto il sindaco, che ha anche lanciato un appello: «Ci auguriamo che Iren e Regione tengano in considerazione la nostra posizione».
«Il limite delle 130mila tonnellate rappresenta - ha aggiunto la Benassi - rappresenta una garanzia di equità, un limite congruo alla sostenibilità ambientale».
GRUPPO BARILLA
Un altolà «senza se e senza ma» arriva anche da importanti aziende cittadine. «Per Barilla le richieste di Iren di aumentare le capacità di incenerimento dei rifiuti sono totalmente inaccettabili in quanto contrarie agli interessi generali del territorio parmense e della città di Parma» spiega Luca Virginio, direttore comunicazione e relazioni esterne del Gruppo Barilla, che di seguito entra nel merito: «Primo: tali richieste sono contrarie agli interessi dei cittadini, che grazie al loro impegno e comportamento virtuoso hanno raggiunto dei tassi di raccolta differenziata straordinariamente positivi. Secondo: sono contrarie al posizionamento e all'identità del territorio che grazie alle sue eccellenze agroalimentari è oggi riconosciuto anche da Unesco capitale mondiale della gastronomia. Barilla - continua Virginio - resta fedele alla programmazione regionale che prevedeva e prevede tutt’ora un sistema integrato di gestione dei rifiuti con quantità che solo da un mese a questa parte nelle previsioni di Iren vengono ingiustificatamente raddoppiate».
CHIESI FARMACEUTICI
Il proposito di Iren è doppio: aumentare la quantità di rifiuti da scaricare nell'inceneritore e realizzare un altro mega impianto, sempre a Ugozzolo, destinato alla separazione di rifiuti speciali e organici per 100mila tonnellate. Anche Chiesi Farmaceutici si dice contraria al doppio progetto. «In Chiesi siamo convinti che Parma - spiega Valentina Biagini, responsabile della comunicazione dell'azienda - meriti particolare attenzione nella pianificazione ambientale. La città si trova al centro di un territorio complesso e delicato, che deve essere rispettato come precondizione di qualunque piano di sviluppo economico, sociale e culturale realmente sostenibile. Riteniamo che i cambiamenti proposti possano compromettere l’ambiente circostante e la qualità della vita delle persone, oltre ad avere un impatto negativo sulla capacità attrattiva della città, e vadano in senso contrario rispetto alla direzione intrapresa negli ultimi anni».
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