Dovevano essere semplici, tranquillizzanti e, perché no, anche remunerative polizze vita. E invece si sono rivelate operazioni finanziarie ad altissimo rischio, in quanto i soldi erano investiti in fondi legati a società in liquidazione. A rimanere invischiati in questa situazione sono stati una donna di 96 anni, deceduta prima di riuscire a riportare a casa il premio versato, e due giovani di 28 anni. In entrambi i casi era stato versato un premio di 25mila euro, come racconta Eletta Tucci, l'avvocato di Federconsumatori che da anni sta cercando – per ora invano – di recuperare le somme investite nelle polizze vita.
«Il promotore che propone una polizza fa riferimento a una società di intermediazione italiana che ha un contatto diretto con la compagnia assicurativa con sede all'estero, in Irlanda, la quale non investe direttamente i fondi costituiti dal premio versato dall'assicurato, in quanto a sua volta si appoggia ad un fondo esterno», spiega l'avvocato, cercando di ricostruire i complessi passaggi che compie il denaro prima di essere investito.
Investito sì, ma dove? «Il fondo – afferma – investe in asset internazionali, nello specifico, in fondi facenti capo a società che attualmente sono in liquidazione e quindi non possono rispondere delle somme che sono state versate dagli assicurati, fino a quando le procedure di liquidazione non saranno concluse».
Tradotto, i sottoscrittori delle polizze non mettevano i loro soldi al sicuro, ma li investivano in operazioni ad altissimo rischio senza essere stati adeguatamente informati. «I malcapitati – aggiunge il legale – non si erano resi minimamente conto di investire in operazioni finanziarie estremamente rischiose». Che si trattasse di proposte destinate ad investitori esperti e non a semplici risparmiatori lo si intuisce anche dal burocratese con cui sono scritte le lettere della compagnia assicurativa con sede in Irlanda e inviate a chi pretendeva di sapere che fine avessero fatto i propri soldi.
«La struttura sottostante in cui sono investiti i fondi verrà messa in liquidazione, in conformità alle istruzioni dell'autorità maltese per i servizi finanziari», si legge in una lettera datata 12 marzo 2018, mentre in un altro passaggio viene menzionato un «liquidatore esterno» che dovrà sovrintendere la liquidazione e che «i fondi stessi intendono essere messi in liquidazione, una volta ultimata la liquidazione dei fondi sottostanti». Fortunato chi riesce a capirci qualcosa. Nel frattempo, i tentativi per recuperare le somme vanno faticosamente avanti.
P.Dall.
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