Dopo le prime truffe che vi abbiamo raccontato la settimana scorsa, la diabolica coppia formata da Francesco Careri e Anna Müller osò ancora di più. I due riuscirono a vendere ad un imprenditore un autotreno inesistente; piazzarono, professandosi ufficiali Alleati, una partita di «materiali strategici» al titolare di un’industria di strumenti ottici; si finsero finanzieri internazionali in vacanza in Italia. Careri, una volta, si spacciò addirittura per un professore universitario in anno sabbatico con la moglie fiamminga. Uno ad uno gli improvvidi acquirenti cadevano nella rete e milioni di lire passavano nelle tasche dei sedicenti «baroni Lorenzi». Ma la Questura di Parma aveva ormai fiutato il marcio e nella primavera del 1948 Careri fu arrestato nella sua villa di Sala Baganza. Poco dopo però l’uomo ottenne la libertà provvisoria e raggiunse la moglie, che stava per partorire, a Roma. Lì, il 23 agosto, la coppia sparì nel nulla. Da Venezia, Torino e Savona continuarono ad arrivare alla polizia numerose denunce per truffa, ma fu impossibile individuare i fuggitivi dei quali si persero le tracce. Finché, nel 1951, un italiano abitante a Madrid segnalò all’Interpol l’irreprensibile dottor Tallarida, medico di fiducia del Nunzio apostolico, che viveva nella capitale spagnola con una donna bellissima e una figlia di nome Heidy. Ma quando la legge si mosse, Tallarida era già salpato insieme alla famiglia, destinazione Sudamerica. Messico, Perù, Guatemala, Venezuela poi l’Argentina dove Careri pubblicò persino un trattato di medicina.
Dobbiamo ammetterlo, ci stanno simpatici i Careri: un po’ Bonnie e Clyde, ricordano Frank William Abagnale, il (reale) protagonista del film «Prova a prendermi». Solo che, perlomeno stando alla «Gazzetta» (e il web tace), loro non furono mai presi.
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