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Non vendo solo libri, la mia è una bottega di quartiere

Non vendo solo libri, la mia  è una bottega  di quartiere

di Isabella Spagnoli

23 Dicembre 2019, 10:19

Intervista a Ernesto Tirri. Il direttore di "Piccoli labirinti" punta sulle case editrici indipendenti.

In via Antonio Gramsci, al numero 5, c’è una libreria che sembra voler giocare a nascondino con i passanti che percorrono una galleria simile a una «capanna». 
E’ intima ed accogliente, la libreria, «Piccoli labirinti», (che prende il nome da una traccia del cd del compositore di Bari, Mirko Signorile) diventata, dal 2014, un punto di riferimento per il quartiere. Direttore è Ernesto Tirri, libraio preparato ed affabile, nato ad Avellino e parmigiano d’adozione. 
Quando e perché ha deciso di diventare libraio? 
Anni fa, a Matera, ho collaborato con diverse associazioni culturali molto attive e di grande spessore che mi hanno regalato stimoli ed aperture importantissime per la mia crescita. Proprio in quel luogo ho scoperto diverse realtà editoriali interessanti e ho cominciato a maturare l’idea di diventare libraio per dare voce ad autori ed editori che non dovrebbero mai passare inosservati.
 Chi è stato il suo maestro? 
Le mie passioni e la mia sensibilità. 
Chi entra oggi in libreria? 
Mi piace definire « Piccoli labirinti» come una bottega di quartiere dove chiunque può varcare la soglia e sentirsi a casa. I miei clienti sanno di trovare nella libreria un luogo di incontro e riflessione nella quale potersi dedicare minuti preziosi a loro stessi. Sono persone soprattutto tra i 60 e 70 anni che hanno voglia di scoprire titoli di editoria indipendente, vere e proprie chicche difficili da trovare altrove. 
Il lettore ha ancora un libraio di fiducia? 
Rispondo dicendo che per me la soddisfazione più grande è quando un cliente, magari sconosciuto, entra, si lascia consigliare e poi ritorna felice dopo qualche giorno, entusiasta del libro precedentemente acquistato ed è pronto a comperarne un altro. Nel momento in cui ho soddisfatto i suoi desideri sono in pace con me stesso. 
Come si stimola un cliente alla lettura? 
La vetrina deve essere invogliante, i libri ben disposti, occorre organizzare eventi ma soprattutto bisogna stimolare il cliente ad entrare in tranquillità e lasciare che si guardi attorno; fargli capire che la cultura si costruisce assieme. Io mi limito ad essere un punto di raccordo fra lettore, editore e libro. 
Quali libri ama consigliare classici o contemporanei? 
La maggior parte delle mie proposte riguarda titoli contemporanei di case editrici indipendenti medio piccole (anche se non mancano i classici). Diciamo che non ho libri o autori che amo maggiormente consigliare, a differenza delle diverse case editrici. Ognuna di loro sposa un filone che rispecchia la nostra sensibilità, quindi quando capisco le preferenze di un cliente lo dirotto verso una determinata casa editrice che tratta argomenti a lui consoni. Se un libro per me è valido, lo consiglierò fino alla morte perché rappresenterà sempre un’occasione di crescita al di là delle mode e del tempo. Mi piace consigliare le mamme che vengono per acquistare libri per i figli o da regalare, è un divertimento accompagnarle al piano rialzato della libreria dove possono trovare anche volumi di hobbistica, fumetti, storia, ecc.
 Come vede il futuro della libreria? 
Per quanto riguarda le librerie come la mia penso positivo. Le case editrici hanno bisogno di vetrine e di realtà che sposino la loro missione. Noi abbiamo volumi che nessuno scoprirebbe su internet se non li avesse visti fisicamente qui ai Piccoli Labirinti.
 Amazon è un temibile concorrente? 
A me non fa paura, proprio per riallacciarmi al discorso precedente. Ribadisco che una libreria come la nostra e la rete sono incompatibili. La cosa che, invece, mi dà invece molto fastidio e che trovo assolutamente scorretta è quando vedo alcune persone che si fermano davanti alla vetrina e fotografano i libri per poi magari ordinarli in rete. 
Qual è la differenza tra libraio e commesso? 
Un commesso, se ha conoscenze spendibili, può essere un valore aggiunto in libreria, capace trasferire le sue sensibilità al cliente. Massimo rispetto per ogni figura e ogni ruolo. 
Consiglierebbe ad un giovane di intraprendere questo mestiere? 
Questo è un lavoro bellissimo, ma la cultura subisce sempre tagli e riceve poco sostegno. Bisognerebbe incentivare i giovani ad aprire queste attività dando loro appoggio a 360 gradi.
 

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