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CULTURA

Davide Barilli: scrittore a tu per tu con gli scrittori

In «#altrepagine» avvincenti interviste a narratori, poeti e saggisti

Davide Barilli: scrittore a tu per tu con gli scrittori

di Camillo Bacchini

02 Ottobre 2022, 15:52

Che cosa leggono gli scrittori? In quali circostanze i libri entrano nel mondo di chi poi, i libri, li scrive? Chiedetelo a Davide Barilli, che manda in libreria il suo «#altrepagine. Le letture di chi scrive», volume che raccoglie le interviste da lui rivolte a sessanta firme importanti della prosa, del giornalismo, della critica, della poesia, del fumetto e dell’università, uscite sulla Gazzetta di Parma in un arco di tempo che va dal 9 maggio 2020 al 31 luglio ‘21, in una rubrica settimanale di successo da Barilli stesso tenuta prima che lasciasse la «Gazzetta», dopo una vita in redazione.

Il volume (Oligo editore, pag. 358, euro 19) – che era già stato distribuito in anteprima con la stessa Gazzetta – giunge ora sugli scaffali e verrà presentato mercoledì a Parma, alla libreria Feltrinelli di via Farini, alle 18. Insieme a Barilli, classe ‘59, narratore e giornalista, dialogheranno l’editore Giulio Girondi, il direttore della Gazzetta di Parma Claudio Rinaldi e lo scrittore Davide Bregola, il quale coordinerà la conversazione con alcuni degli autori e delle autrici intervistati, che interverranno durante la presentazione del volume.

Ma ecco un assaggio delle domande rivolte alle personalità intervistate nel volume: quali titoli amano di più? Quali sono state le letture d’infanzia, primo loro nutrimento? Quali libri hanno contribuito alla loro formazione di autori? Quali altri tengono a portata di mano? Quali romanzi celebri avrebbero voluto scrivere? E ancora: quali opere non sono riusciti a leggere, per un motivo o per un altro? E i libri che odiano? Tutte domande asciutte, decise, cui seguono risposte sincere e senza giri di parole, senza fronzoli di sorta. Barilli detta il ritmo. Rispondono Carlo Lucarelli, Valerio Varesi, Guido Conti, Alberto Garlini, Novita Amadei, Antonio Riccardi, Gene Gnocchi, Mario Ferraguti, Paolo Nori, Bruno Rossi, Michele Guerra, Carlotta Sorba, Maurizio Chierici, Maria Pia Quintavalla, Vittorio Gallese, Chiara Valentini, Beppe Sebaste, Vincenzo Pardini, Davide Bregola, Andrea Di Consoli, Fulvio Abbate, Gaia Servadio, Simona Vinci, Daniela Marcheschi, Carmine Abate, Aurelio Picca, Lisa Ginzburg, Paolo Di Paolo, Gabriele Dadati, Antonella Cilento, Giulio Mozzi, Andrea Caterini, Sandro Campani, Gianluca Morozzi, Alberto Bertoni, Matteo Marchesini, Ugo Cornia, Omar Di Monopoli, Walter Siti, Milena Agus, Filippo Tuena, Angelo Ferracuti, Bruno Arpaia, Vanni Santoni, Alessandro Zaccuri, Francesco Permunian, Romana Petri, Marco Ferrari, Maria Attanasio, Luca Ricci, Ermanno Cavazzoni, Loredana Lipperini, Alessandro Raveggi, Raul Montanari, Bernardo Valli, Leo Ortolani, Mariolina Bertini, Liliana Rampello, Nino De Vita, Eraldo Affinati. Le domande che Barilli rivolge a queste penne ragguardevoli – domande ispirate a «The books that made me» del «Guardian» – sono dunque strutturate in modo da tenere fissa la barra, così che «#altrepagine» può essere letto in mille modi diversi, altrettanto coerenti e soddisfacenti, perché le interviste risultano non soltanto declinate su ogni singolo individuo, ma permettono al lettore di compiere riflessioni trasversali. Il lettore può chiedersi (e rispondersi leggendo): cosa leggono di più i romanzieri? E i critici? Quali sono i libri più gettonati fra i poeti? I poeti leggono romanzi? E i poeti leggono poesie? In che misura? E così via. Insomma, il lettore può, per una volta, giocare a fare il giornalista, mettendosi a fianco di Barilli.

Tutti possono rispecchiarsi in questa o quella risposta. Lo statistico può divertirsi con questo microcosmo di titoli classificandoli come vuole; lo psicologo e il sociologo possono interpretarlo in vario modo. Vi anticipo qualche sorpresa, tra le tante: prendiamo un classico come «L’uomo senza qualità», di Musil: ebbene, è tra i più citati fra i libri che non si è finito di leggere o non si è mai letto (complice la mole?), anche se, per esempio, a Vittorio Gallese ha cambiato la vita. Alcuni scrittori, pensate, avrebbero voluto scrivere la Bibbia (vi lascio scoprire chi), mentre, tra i titoli più dibattuti, vi è il controverso «Viaggio al termine della notte» di Céline: c’è chi non l’ha letto, chi lo detesta e chi, addirittura, avrebbe voluto scriverlo. Leggerete i motivi.

Se Salgari supera Verne nelle letture d’infanzia, tra le quali dominano le fiabe, ecco che se la cava dignitosamente il commovente «I ragazzi di via Pál», che ha fatto piangere più d’uno. Tra i libri tenuti più a portata di mano ecco Dante, con la «Commedia» (e c’è chiaddirittura se lo leggeva in tenera età!). Pure, «#altrepagine» è un libro che, oltre ad essere per certi versi davvero divertente, permette al lettore anche un’altra cosa: gli fornisce un biglietto in prima fila per entrare nel laboratorio dello scrittore, vedere quali circostanze fortuite, casuali, o, al contrario, volute, hanno determinato non soltanto l’incontro di questi autori con i classici, ma anche certe conseguenze nell’elaborazione degli stili, delle storie, delle idee, al netto della mitica «angoscia dell’influenza». Un’autobiografia libresca, tra classici e letture di nicchia, che Barilli stende con indiscutibile perfezione e grande mestiere.

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