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CULTURA

Pasolini e Parma: storia di un'amicizia

«Grigio piombo»: evento site-specific di Lenz Fondazione

Pasolini e Parma: storia di un'amicizia «Grigio piombo»: evento site-specific di Lenz Fondazione

di Katia Golini

13 Febbraio 2023, 10:39

Il poeta, lo scrittore, il saggista, il regista (anche il calciatore) e ovviamente l'uomo. Intellettuale totale, emarginato e temuto dalla cultura dominante ancora oggi per la sua lucidità impavida, la sensibilità acuta e la lungimiranza, è tornato agli onori che merita nel 2022, centenario della nascita. «Pier Paolo Pasolini e Parma. Incontri di un visionario» - mostra documentale all'Ape Parma Museo - rende omaggio a una delle voci più potenti del Novecento. La scelta fatta dagli organizzatori è precisa: restringere il campo d'indagine - che sarebbe sconfinato - al suo legame con la «piccola capitale». Parma «capitale» è stata davvero, per un periodo circoscritto e ben definito, in quanto crocevia illuminato da scambi intellettuali di primissimo ordine. Parma, laboratorio di pensiero critico di cui Pasolini è uno dei grandi protagonisti.

Il percorso di visita

Il curatore Primo Giroldini sceglie due immagini e una poesia per cominciare il viaggio: versi dedicati a Parma e due fotografie che diventano capisaldi del racconto. In primis lo scatto magistrale di Carlo Bavagnoli - dal Fondo omonimo conservato nelle collezioni d'arte di Fondazione Cariparma - del poeta con l'adorata mamma Susanna, cardine della sua vita sentimentale. Poi il ritratto sul divano del salotto Bertolucci in via Carini a Roma con il mentore, e vicino di casa, Attilio (i due resteranno amici per sempre).

Non bisogna aspettarsi un facile viaggio tra opere di forte effetto visivo. Eppure, a guardare bene, di un emozionante viaggio si tratta, sia perché riporta l'attenzione sulla produzione di una mente acuta, sia perché si ricorda un momento fulgido della nostra storia locale. Tra l'altro, numerosi sono i materiali inediti e i fronti di ricerca suggeriti come spunti di approfondimento.

Il percorso, impostato in maniera cronologica, invita il visitatore alla lettura e all'osservazione e lo guida tra pannelli esplicativi, schede biografiche commentate, poesie, lettere, manoscritti, fotografie, libri e documenti, alla scoperta del personaggio e del suo legame con Parma. Un rapporto stretto, fatto di mille sfaccettature, come mille sono le propensioni artistiche dell'intellettuale.

I brillanti anni Cinquanta e l'«Officina parmigiana»

Da quando nel 1950 Pasolini si trasferisce a Roma e incontra Attilio la sua carriera letteraria svolta. Entra grazie alla generosa attenzione del nuovo amico, che ha già intravvisto nel giovane poeta friulano una mente brillante. E' lui a introdurlo, insieme a Giacinto Spagnoletti, nel mondo di Ugo Guandalini, altro legame parmigiano. Con la sua casa editrice Guanda Pasolini firma un contratto nel 1951 per l'antologia «Poesia dialettale del Novecento». Visto il discreto successo editoriale la collaborazione si intensifica.

I Cinquanta del secolo scorso sono gli anni della cosiddetta «Officina parmigiana», aureo momento per la cultura della nostra città. Gli stessi della rivista «Palatina» e del «Raccoglitore», l'inserto bisettimanale della «Gazzetta di Parma». Mario Colombi Guidotti, mente e braccio dell'iniziativa, chiama a raccolta le firme più autorevoli del panorama letterario e artistico italiano. La firma di Pasolini è imprescindibile. A consolidare il legame con lo scrittore, in barba a benpensanti e critici ultraortodossi, nel 1955 viene istituito il premio letterario in memoria di Colombi Guidotti, prematuramente scomparso, e nella sua prima edizione il massimo riconoscimento va proprio al controverso «Ragazzi di vita».

Sempre a metà degli anni Cinquanta gli interessi e la produzione di Pasolini si ampliano al cinema. Scrive sceneggiature e soggetti, collabora con Giorgio Bassani, lavora per Mario Soldati, collabora con Federico Fellini. Conosce, tra gli altri, il Bernardo Bertolucci, che diventerà suo aiuto regista sul set di «Accattone». Incontra anche Antonio Marchi, altro parmigiano trasferito a Roma, direttore artistico della Cittadella Film, casa di produzione targata Parma. A questi anni si legano la scrittura di tre soggetti cinematografici e di una sceneggiatura destinati alla casa cinematografica parmigiana.

Galleria fotografica

Lungo il percorso espositivo non manca un'intera sala dedicata alla famosa partita di calcio «Salò o le 120 giornate di Sodoma» contro «Novecento»: in campo le troupe dei due film. A questo evento è dedicata una corposa serie di fotografie realizzate da Gideon Bachman. Pasolini sul set e dietro la macchina da presa, Pasolini nelle periferie romane, pensieroso o spensierato: da non perdere la sala dedicata agli scatti di cinque grandi fotografi dagli anni ’50 agli anni ’70. Oltre a Bavagnoli, Carlo Gajani, Cecilia Mangini, Domenico Notarangelo e Roberto Villa.

Il curatore

Dopo tante ricerche, non può che esprimere la sua soddisfazione il curatore Giroldini: «Abbiamo inteso il centenario pasoliniano come un'esplorazione del suo mondo incentrandolo sul suo legame con Parma. Mi sono avvicinato a Pasolini fin dai tempi delle scuole superiori, lo leggevo avidamente sul “Corriere della Sera”, divoravo i suoi articoli controcorrente. L'ho sempre apprezzato fin dai suoi “Scritti corsari”. Credo sia stato soprattutto un grande poeta ancora poco studiato. Sicuramente anche i suoi scambi epistolari, di cui in mostra offriamo qualche estratto, rivelano le qualità straordinarie dello scrittore e dell'uomo, lasciando aperti molti fronti di approfondimento per i tanti aspetti inediti».

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