LA POLEMICA
«Il mondo al contrario», il libro auto pubblicato dal generale Roberto Vannacci, è diventato un vero e proprio «caso», partito dalla pubblicazione di alcuni passi del libro da parte di un quotidiano e finito con la recente destituzione dello stesso Vannacci dal comando dell’Istituto geografico militare.
Tra l’indignazione dei più per i contenuti, le conseguenti interviste tv al generale, le numerose condivisioni social, la curiosità nei confronti del volume cresce sempre di più. Seppure il libro sia una pubblicazione autoprodotta e acquistabile – per ora – unicamente su Amazon, in tanti, in tutta Italia si rivolgono alle librerie per cercare di reperire «Il mondo al contrario». Succede anche a Parma, dove sia le grandi «catene», sia le librerie indipendenti confermano l’aumentare di richieste. «Nei giorni scorsi almeno cinque o sei persone ci hanno chiesto se vendessimo il libro in questione» fa sapere Pietro Pelizzoni della libreria La bancarella. Stessa cosa dalla Feltrinelli de La Galleria, dove, anche qui, «le richieste per acquistare o prenotare il libro di Vannacci ci sono state» e dalla Libreria Fiaccadori con «almeno due o tre richieste in pochi giorni». Il libro di Vannacci, però, spiegano i librai «essendo di autoproduzione si trova fuori dal circuito delle librerie - sottolineano -. Non c’è, per il momento, un accordo tra lo scrittore e qualche grande casa editrice e i rivenditori, per cui il libro è disponibile unicamente online». Nonostante questo, in diverse zone di Italia alcuni librai hanno affisso in vetrina cartelli in cui «si invita la gentile clientela a non chiedere il libro di Vannacci», per prendere posizione nei confronti dei toni con cui l’autore tratta i diversi temi del libro (dalla sua opinione su quella che definisce «famiglia tradizionale», ai migranti, al femminismo tra provocazioni e accuse), ma a Parma questo ancora non è successo. E c’entra «la volontà di lasciare il lettore libero di scegliere e non imporre una censura» concorda la maggior parte dei librai cittadini.
«Se le richieste dovessero aumentare e se venisse creato un canale distributivo tale da comprendere le librerie, cercheremmo di accontentare le richieste dei lettori - affermano alla libreria Fiaccadori -. Certo, non lo terremmo in vetrina o esposto con una pila dedicata, ma non siamo per fare censure». La stessa cosa pensa Pietro Pelizzoni de La bancarella: «Le persone richiedono il libro perché sono curiose, è un volume che ha fatto tanto parlare, che ha aperto un ampio dibattito, è normale che la gente voglia leggerlo, indipendentemente dall’affinità o meno di pensiero - dichiara -. La curiosità nasce proprio perché, anche nel male, se ne parla. Quindi sì – ribadisce – se ci fosse la possibilità, lo venderei».
La gente, non c’è dubbio, è attratta dal libro di Vannacci. Lo dicono anche i numeri che il libro registra su Amazon: al momento sono circa 22 mila le copie vendute del suo volume. Che se ne parli bene o male, che si prendano o meno le distanze, intanto Vannacci pare abbia incassato dalle vendite circa 150mila euro. Un successo previsto dall’autore stesso: «Alla fine hanno fatto una grande pubblicità al libro - rispondeva nei giorni scorsi ai tanti che lo hanno intervistato -, le vendite aumenteranno».
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