visioni d'artista
Uno specchio (dei tempi) nero, perché la realtà non brilla granché. E lei, per niente «narcisa», che prova a guardarsi senza riuscirci. Andare oltre il visibile, però, è possibile. «Di Là Da» sembra davvero una formula magica, come la definisce Anna Resmini, che l'ha coniata e raccontata. «La realtà mi sembrava così delirante che, nel tentativo di districare la matassa, di ordinare il disordine - o disordinare l’ordine? - per vedere di più e meglio, mi ingarbugliavo fino a perdere il filo, mentre il foglio si riempiva di nero. Ma cosa c’è dall’altra parte? Mentre mi facevo questa domanda, una parola ha cominciato a ronzarmi nella testa: aldilà. Che tutta attaccata è la vita oltre la morte, ma se si separano le sillabe, al-di-là, assume il significato più generico di oltre. In questo salto ho variato di poco le sillabe. Il senso non cambia, ma l’espressione mi piace di più e, se si pronuncia ad alta voce, ha un suono così bello da sembrare una formula magica: Di Là Da». Nasce così il titolo della mostra in programma sabato prossimo (16 settembre, alle 18.30 l'inaugurazione) alla Galleria Bianca al Cubo di via La Spezia, 90.
La fantasia dunque al servizio della lettura di un oggi grigio, caotico, brutto. Anna Resmini, illustratrice dal curriculum eclatante, disegna con delicata sapienza e consapevolezza immagini cariche di profondità e conoscenze artistiche. Nel gioco dell'interpretare la scena è divertente cercare i riferimenti da manuale. Del resto, non è casuale che abbia in tasca una laurea in storia dell'arte, una specializzazione in filosofia estetica e un'esperienza formativa («per coltivare la passione per l’illustrazione») alla School of Visual Art di New York. Estro e grazia l'hanno portata a collaborare con quotidiani italiani - spicca, tra gli altri l'inserto culturale «La lettura» del «Corriere della sera» - e stranieri, tra cui il «New York Times», il «Los Angeles Times», «Harper’s Bazaar», «Interni Magazine», «The Boston Globe».
Sorprende la capacità di entrare in sintonia con gli autori nei «racconti per immagini» che compone quando illustra i libri, con la stessa efficacia che si tratti di raccolte poetiche o romanzi. Nel 2020, per Topipittori, ha realizzato le immagini per «Fèlicette», la storia vera del primo gatto nello spazio: è un piacere «leggere» attraverso i disegni, pensati per i piccoli lettori, ma ricchi di suggestioni anche per i grandi.
A riprova che Resmini, milanese di nascita, oggi cittadina di Lisbona, ama le sperimentazioni, degni di interessi i progetti di animazione, le installazioni, le opere in ceramica («un tipo di espressione che mi piace e che porto avanti con passione»). Abituata alla velocità di esecuzione richiesta dai committenti, soprattutto nella collaborazione con i quotidiani, ha affinato una tecnica che unisce l'analogico e il digitale: «Mi piace disegnare a mano libera, vorrei poterlo fare sempre, ma a volte non c'è il tempo. Quindi ho affinato una procedura che unisce le due procedure in un dialogo continuo».
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