Visioni d'artista: Stefano Grilli
«L'aggiunta di critiche fittizie può trasformare l'installazione in un'esperienza interattiva e concettuale ancora più ricca, che non solo comunica un messaggio, ma invita lo spettatore a diventare parte attiva del processo interpretativo» parola di Chat Gpt, corretta ma generica, anonima, impersonale. Calzante per ogni installazione contemporanea. Fintamente aulica. Inutile quindi.
Una gabbia alta e stretta, base quadrata di 72 centimetri, altezza 2,04 metri. La serratura è solo all'interno, non ha copertura superiore. Una gabbia da cui si può fuggire, basta volerlo. Un vecchio stereo su un tavolino da giardino da cui si generano voci e parole di critici d'arte noti. Stefano Grilli l'ha voluta rappresentare così la sua personale riflessione intorno alla libertà di azione e pensiero. Condizionata dal mondo esterno e, oggi, soprattutto, dal computer. Artista parmigiano che ha scelto di vivere a Mossale è alla sua prima installazione. Il titolo: «La gabbia più grande del mondo», collocata all'azienda agricola Tre Rii a Beduzzo (Corniglio) di Filippo Valla. L'opera esplora il concetto di prigionia interiore e libertà mentale («La gabbia è fuori, il dentro è la libertà» dice l'autore) con l'intromissione di un «dialogo» tra l'artista e l'intelligenza artificiale («Ho chiesto al programma di fare la critica dell'opera. Ho voluto in questo modo criticare la critica d'arte»). Grilli fa parlare critici famosi, da Argan a Daverio, da Bonito Oliva a Zeri, riproducendone la voce originaria generata da ChatGpt 4o, pilotando discorsi e valutazioni a suo piacimento. Se la gabbia si erge nel campo ben visibile e impattante, il sonoro ne diventa parte integrante, penetrante. Come un mantra le voci si susseguono in loop alternando discorsi intorno all'opera e all'arte. E' proprio l'interazione con l'AI l'aspetto che sorprende e inquieta.
Grilli nasce a Montecchio Emilia nel 1983. Dopo l'Istituto d'arte Paolo Toschi frequenta l'ambiente artistico parmigiano stringendo collaborazioni con pittori, fotografi poeti e musicisti. Realizza principalmente video ma si dedica anche alla poesia e alla musica, alla fotografia e al disegno. Ha esposto in diverse mostre collettive e personali tra cui la Biennale del Mediterraneo Milano 2015 e alla Notte dei poeti 51 Biennale di Venezia 2005. Con «La gabbia più grande del mondo» torna a far discutere. E riflettere.
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