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Visioni d'artista

Sergio Ragalzi, l'uomo d'oggi e i suoi fantasmi

Sergio Ragalzi, l'uomo d'oggi e i suoi fantasmi

di Katia Golini

06 Gennaio 2025, 09:35

Innanzi tutto il nero, suo colore prediletto, indicatore di cupezza, buio della ragione. Poi il soggetto, la scimmia con i suoi molteplici significati reali e metaforici. Sergio Ragalzi gioca sempre su più piani per condurre lo spettatore sul terreno della riflessione. Non ci sono lustrini e paillettes perché il mondo d'oggi somiglia più a un buco nero che alla luminosa Via Lattea. E il genere umano sembra strisciare in un vicolo cieco più che nuotare nel mare cristallino.
In una sola delle sue tante «Scimmie» Ragalzi racchiude il pensiero complesso che ha animato la sua vita d'artista: considerazioni sulla condizione umana senza speranza.

Scimmie, dunque, nostre «sorelle» primitive, ma anche ombre oniriche, fardelli interiori. Ragalzi, da grande artista qual è stato (è scomparso lo scorso luglio a 73 anni), colpisce nel segno e dimostra capacità espressive in grado di parlare agli esperti, agli appassionati, ma anche ai profani che non possono restare indifferenti alla potenza delle sue opere. L'artista vero fa proprio questo: parla a tutti di temi universali.

Delle sue creazioni apocalittiche, inquietanti, cariche di messaggi inequivocabili, un assaggio si può avere visitando la mostra in corso alla Galleria Niccoli di via Bruno Longhi «Tutte le nostre scimmie», a cura di Roberto e Marco Niccoli, aperta fino al 28 febbraio. Una serie di giganteschi mammiferi antropomorfi - nell'allestimento come sempre affascinante - che ci mettono di fronte ai nostri fantasmi, al nostro essere più brutale.

Torinese, classe '51, Ragalzi è rimasto sempre legato alla città d'origine anche se il suo lavoro lo ha portato in giro nel mondo un po' ovunque. La sua parabola artistica inizia negli anni Ottanta con le prime mostre a Roma nella Galleria L'Attico con cui collaborerà a lungo. Espone quindi in Italia, nelle capitale europee e all'estero in spazi privati e museali. Alla Galleria Niccoli l'anno scorso l'esposizione di «Insetto», gigantesco gonfiabile a forma di scarabeo, grande quanto lo spazio in cui era contenuto. Un mostro ancora più spaventevole delle Scimmie. Forse una fiammella di speranza Ragalzi con questa sua serie di primati ha voluto accenderla. Negli annali della storia dell'arte rimarranno scritte le apparizioni con maschera antigas ai vernissage delle sue mostre. Arte performativa nell'arte visiva destinata a restare nel tempo.

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