visioni d'artista
Il protagonista è accovacciato sulle ginocchia, pronto a spiccare il balzo. L'espressione è vigile, la muscolatura tesa. C'è qualcosa di primitivo e qualcosa di fantastico (o fantascientifico) nel «Peter Pan con falco» di Giuseppe Tirelli. Un mix di mito, fiaba e classicità. «Il mio Peter Pan non è il ragazzo che non vuole diventare adulto, è piuttosto il giovane Peter che si addentra nei Giardini di Kensington, il Peter che anela alla conquista del flauto del dio Pan. Quanto al falco... un omaggio al territorio che ospita la scultura».
Tirelli si ispira alla tradizione culturale e spirituale nordica, affascinato dalle antiche culture egizia, sumerica, assira. La figura è padrona dell'universo creativo dello scultore («anche quando mi dicevano che il mio lavoro era anacronistico sono andato avanti per la mia strada»), che a Piacenza vive, lavora e ha studiato all'istituto d'arte Gazzola alla fine degli ottanta (è nato in Tanzania nel 1957).
Dalle prime mostre personali e collettive del 1994 non ha più smesso di esporre e si è affermato sulla scena nazionale e internazionale riscuotendo un successo del tutto inaspettato («Ho iniziato a vendere opere fin dalla prima mostra anche se mi sono avvicinato alla scultura quasi per caso. Prediligevo disegno e pittura»). Due sue opere sono state acquistate rispettivamente dal Museo di Arte Moderna Galleria Ricci Oddi di Piacenza e dal Museo Mim nel Castello di San Pietro in Cerro. Per lo più il suo lavoro è collocato nelle collezioni private di esperti e appassionati d'arte in Italia e in tutto il mondo.
«Peter Pan e il falco» è stata recentemente inserita nel Sentiero d'arte Torrechiara-Langhirano (zona tenuta Lamoretti a Casatico), percorso in cui arte e natura si fondono alla perfezione in un museo a cielo aperto che incanta per le sue bellezze naturalistiche arricchite e valorizzate da presenze scultoree sorprendenti.
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