L’influencer di Dio
Carlo Acutis è santo da domenica scorsa insieme a Pier Giorgio Frassati. “L’influencer di Dio”, nato a Londra e cresciuto a Milano, morto a 15 anni nel 2006 a causa di una leucemia fulminante. La sua famiglia, benestante e non credente. Lui, invece, un abile programmatore del verbo divino.
La sua breve esistenza “sempre unito a Gesù” e con “lo sguardo rivolto verso Dio”, è stata dedicata alla difesa degli ultimi, all’aiuto dei bisognosi, dei poveri e dei malati, presenti in numerosi al suo funerale. Appassionato di informatica, “particolarmente dotato per internet”, dichiara la madre Antonia Salzano intervistata da Fanpage, “aveva la capacità di fare programmi a nove anni leggendo i testi di ingegneria informatica”, uno slancio che ha utilizzato come veicolo e strumento per diffondere il Vangelo. Proprio per questo rappresenta il santo millenial per una comunità vastissima di giovani seguaci.
Nel 2002, visitando le esposizioni del Meeting di Rimini, Carlo decide di allestire una Mostra sui Miracoli Eucaristici riconosciuti dalla Chiesa e, dopo la sua morte, numerosi parroci chiedono di raccogliere il materiale in un catalogo, redatto e costruito intorno a quella che oggigiorno rappresenta una mostra fisica, ospitata in tutti e cinque i Continenti e virtuale, consultabile al sito miracolieucaristici.org.
È proprio da questa rassegna che si muove la critica del Times of Israel che ha accusato la canonizzazione frettolosa del giovane santo e la superficialità del Vaticano nell’aver sorvolato il contenuto delle ricerche di Acutis. Questi miracoli, infatti, sarebbero manchevoli di riferimenti storici. Gli avvenimenti riportati avrebbero come protagonisti gli ebrei appellati come “miscredenti” o “malfattori”.
Alcuni esempi, come il Miracolo di Parigi del 1290 o quello di Bolsena del 1264, riportano eventi di ostie maltrattate, pugnalate o mutilate da coloro che vengono chiamati profanatori. Nei testi ufficiali dai quali, secondo il quotidiano, Acutis avrebbe dovuto attingere per la sua ricerca, questi dissacratori vengono riconosciuti come ebrei. Viene perciò recriminato il fatto di non aver esplicitato come questi avvenimenti, durante il Medioevo, avessero contribuito alla stigmatizzazione degli ebrei, portando a persecuzioni, uccisioni ed espulsioni. Viene inoltre puntato il dito contro il Vaticano che avrebbe sorvolato queste mancanze nelle analisi del ragazzo. Il Times of Israel non è stato l’unico a presentare delle critiche nei confronti di Carlo Acutis e del Vaticano e nei giorni precedenti la canonizzazione, anche il commissario tedesco per l’antisemitismo Felix Klein ha preso parola.
In un’intervista alla Katholische Nachrichten – Agentur, alla domanda “Signor Klein, perché critica la canonizzazione di Carlo Acutis?” posta dalla redattrice della rivista sopra menzionata, Leticia Witte, il commissario afferma come sia stata ignorata la presenza di aspetti antisemiti all’interno dell’elenco stilato da Acutis, specialmente intorno agli episodi delle ostie insanguinate; queste vicende rappresenterebbero un aspetto che, storicamente, si accompagna alle accuse di omicidio rituale contro gli ebrei.
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