visioni d'artista
E' un fiume in piena, non riesce a fermare l'entusiasmo quando parla del suo lavoro. Gli piace il fotomontaggio che lo ritrae sul trono davanti alla gigantografia delle sue opere («Sono dell'ariete, il narcisismo mi appartiene. Credo comunque che un po' appartenga a tutti gli artisti» dice sorridendo). «Il mio compito come artista è quello di trasformare la banalità degli oggetti comuni in qualcosa di prezioso e unico, di rendere il quotidiano qualcosa di eccezionale e pregiato. Portando sempre la freschezza del presente». Lo scrive nell'homepage del suo sito e ne è convinto al punto che lo ripete sempre Steve Barney (al secolo Stefano Bergamaschi), che lavora sugli oggetti portandoli a nuova vita. Realizza sculture e tele con inserti presi dove capita o cercati con cura in magazzini e depositi. Si sente ispirato da Mirò, gli piace l'Action painting di Pollock, si ispira a Picasso nella definizione dei periodi («La mia produzione è caratterizzata proprio da periodi differenti. Quando ne chiudo uno non torno più indietro»).

Steve Barney predilige da qualche tempo intervenire con i colori sui manichini. Un lavoro sulla figura intrisa di astrazione che lo ha portato in giro per il mondo: «In questo periodo le mie opere sono a La Paz in Bassa California Messico nel concept store Mezcla, un negozio di oggetti, accessori e abiti in gran parte “made in Italy”».
Steve Barney è nato a Salsomaggiore, vive a Fiorenzuola e lavora a Roveleto di Cadeo dove si trova il grande laboratorio in cui opera circondato da lavori vecchi e nuovi in fase di ultimazione. Il prossimo novembre, con il supporto della Fondazione Mazzoleni con cui collabora da diversi anni, presenterà la diciottesima testa della serie nata nel 2010 (come l'immagine che proponiamo questa settimana), una scultura dedicata a Francesca Pascale - al Castello di Belgioioso alla fiera Pad di Pavia.
Allievo del maestro Lulù che lo avvia alla figurazione da giovane, le tappe del suo lavoro non sono facilmente riassumibili. Eccone alcune: nel 2010 partecipa al Festival dei Due Mondi a Spoleto e nel 2011 passa per la Biennale di Venezia. Al Museo del Mare Galata di Genova nel 2020 è presente con «Quando le pareti divennero pavimenti», una serie dedicata al naufragio della Costa Concordia. La collaborazione con Oxfam Italia nel 2021 l’artista dedica alcune opere al tema «Combattere la disuguaglianza». Espone alla Fondazione Mazzoleni e nella sede della fondazione svizzera Majid. Nel 2024, con «Shape of Art», Barney sperimenta nuove forme di interattività, sfidando il pubblico a «entrare nell'opera».
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