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Le iniziative

«Annegamenti, più informazione e consapevolezza»

«Annegamenti,  più  informazione e consapevolezza»

di Paolo Panni

16 Luglio 2024, 10:40

Nel nostro Paese si contano, ogni anno, circa 350 decessi per annegamento di cui l’80% uomini. A rischio sono soprattutto i bambini e gli adolescenti, specie gli stranieri. Numeri importanti, che possono essere ridotti: individuando le cause degli annegamenti (negli ambienti naturali sono soprattutto malori, correnti, fondali irregolari, sport acquatici e cadute), i luoghi dove avvengono e le condizioni che li determinano.
I dati, insieme ad alcuni consigli utili per la prevenzione, sono stati raccolti dall’Osservatorio per lo sviluppo di una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti ed incidenti in acque di balneazione, istituito dal Ministero della Salute, e sono contenuti nel primo rapporto sui lavori dell’Osservatorio pubblicato sul sito dell’Iss. Dal 2003 al 2020 i dati Istat indicano che sono morte per annegamento 6.994 persone, con una media annua di 389 decessi, scesa a 342 negli ultimi otto anni. Per la Società nazionale di salvamento, che ha analizzato i dati della stampa nazionale dal 2016 al 2021 identificando 1.327 annegamenti, 857 sono avvenuti lungo i litorali marini e 470 nelle acque interne (laghi, fiumi, torrenti, eccetera). Tra questi 857 ci sono anche, purtroppo, coloro che hanno perso la vita in Po.
Tra i casi più recenti quello del 18enne di Guastalla annegato il 27 giugno. Molto probabile, inoltre, che un triste destino lo abbia incontrato il 77enne di Zibello che il 19 giugno scorso si è imbarcato, come spesso faceva, sulla sua canoa. Di lui si sono perse tutte le tracce, purtroppo. C’è poi l’uomo ritrovato cadavere in Po a Motteggiana pochi giorni fa. Un elenco davvero triste.
Importante, per limitare le vittime degli annegamenti, sono ovviamente le azioni di prevenzione. In particolare, per fiumi e laghi, viene ritenuta necessaria una cartellonistica adeguata per i siti pericolosi, e la sensibilizzazione degli adolescenti immigrati sui pericoli delle acque interne. Infine vanno educati i bambini all’acquaticità fin da piccoli, insegnato loro a nuotare e a comportarsi in acqua in modo sicuro. Vanno poi promossi corsi di nuoto e acquaticità con particolare attenzione alle famiglie meno abbienti. L’Iss dà anche una serie di consigli per tutti: immergersi preferibilmente in acque sorvegliate; evitarlo in caso di mare mosso; rispettare la segnaletica. Evitare poi di tuffarsi in acqua dopo aver mangiato o dopo un’esposizione prolungata al sole; non tuffarsi da scogliere o in zone non protette e prestare attenzione a immergersi solo in acque di profondità adeguata.
Per quanto riguarda il fiume Po, i pericoli, come per tutti gli altri corsi d’acqua non vanno mai sottovalutati. Oltre al rischio di piene improvvise, per le quali, prima di avvicinarsi all’alveo, occorre sempre informarsi presso gli Enti pubblici competenti e i loro servizi web, non ci si deve assolutamente immergere ove esista un divieto di balneazione e, dove consentito, un eventuale bagno richiede sempre la massima prudenza perché si possono subire danni personali gravissimi, fino alla morte per annegamento, come purtroppo accaduto in più occasioni, anche negli ultimi tempi. Occorre essere consapevoli che torrenti e fiumi hanno caratteristiche specifiche e spesso poco conosciute, tra l’altro molto diverse da quelle del mare. Le associazioni Aironi del Po di Polesine Zibello, Amici di Po Grande, Ciac (Centro immigrazione asilo e cooperazione onlus) di Parma, assieme ad Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) e Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, in un’ottica di servizio alla collettività, hanno deciso, anche quest’anno, ripetendo una iniziativa già svolta negli anni scorsi, di mettere a disposizione dei Comuni e degli altri enti preposti due esemplari di avviso in più lingue.

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