Valtaro - E ti pareva che anche le e-bike non finissero nel mirino. Benché per ora la polemica non riguardi le montagne parmensi, il sassolino nello stagno delle polemiche è stato lanciato. Ma andiamo con ordine. I sentieri sono sempre più frequentati dagli escursionisti in sella alle bici con pedalata assistita: secondo le stime di Confindustria Ancma, l’associazione che dal 1914 rappresenta l’industria nazionale delle due ruote, le vendite hanno sfiorato un robusto +20% sul 2019. Qual è allora il problema? Per alcuni operatori alpini, il continuo passaggio rischia di arrecare danni all’ecosistema. Tanto che si sta pensando di «zonizzare» la montagna: pedoni di qui, ciclisti di là.
Arrivata in Valtaro e Val Parma, la notizia ha fatto parlare. «Le e-bike contemporanee sono il frutto di tecnologie complesse. Quelle di fascia alta, biammortizzate, con motore centrale dell’ultima generazione, ben frenate, con telai leggeri, con mappature adeguate e pneumatici a basso impatto sono molto simili a una normale bici muscolare. Anzi, in molti casi l’assistenza permette di ridurre l’impatto».
Così, Mauro Delgrosso, primo come guida e formatore a introdurre le e-bike nell’Appennino di Parma, che aggiunge: «Se però si usano in modo scorretto, ad esempio su fondi fangosi o cedevoli o su sentieri squisitamente pedonali, i risultati possono essere negativi». «Il problema non sono le biciclette, ma l’approccio al mezzo e la buona educazione - gli fa eco Andrea Pellacini, guida ambientale escursionistica di Torrechiara specializzata in cicloturismo -. Serve avvicinarsi alla montagna con intelligenza, scegliendo tracciati sicuri, rispettando la natura e le proprietà private. Regole che valgono anche per chi va a piedi».
Per quanto riguarda la zonizzazione, Pellacini invita «a individuare tracciati più indicati per il cicloturismo, senza però mettere paletti e imporre divieti. Non dimentichiamo che le e-bike hanno permesso a molte persone di riassaporare il piacere di fare questo sport». Monica Rossi
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