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Ha storia antica il Forte di Rubiera: presidio militare, dimora di re e condottieri, carcere militare e, dopo molte trasformazioni, ora sede, in una sua parte, dell’«Osteria del Viandante». Luogo di ristoro già a partire dall’Ottocento, è oggi ricordato, nel 150° della nascita, da un menu della memoria (60 euro) con lasagne e coniglio come si faceva allora. Nella piazza, di fronte a quel monumento della cucina regionale che è “Arnaldo, clinica gastronomica”, ecco l’ingresso imponente che con una lunga scalinata porta all’ingresso: menu qui esposto, si suona, si entra nell’anticamera con mobili pieni di distillati preziosi, poi nel corridoio su cui si affacciano diverse sale da pranzo, ognuna diversa dall’altra, tutte arredate col gusto delle buone case borghesi e nobiliari del secolo scorso, alti soffitti affrescati, grandi preziosi lampadari, poltroncine imbottite, tovaglie di lino, stoviglie Ginori. Ottima carta dei vini dalle regioni italiane e dal mondo, con vari formati e annate, vastissima selezione di champagne, vini da meditazione, collezione di Armagnac, possibilità di acquisto per regalo.
La cucina, i piatti
Cucina di territorio e di tradizione interpretata con fedeltà e osservanza delle regole che sovrintendono al fare la pasta all’uovo, al preparare i soffritti di base per le le lunghe cotture in umido, alla scelta di materie prime di qualità e dunque preparazioni ricche di sapori, di sughi, robuste nel gusto, non sempre leggere. Poi c’è la cultura della carne: in menu non compare nessun nome di razze bovine, oggi così citate, ma quello dei tagli (codone, spinacino, sotto paletta, punta di cappello del prete, diaframma... nelle preparazioni più adatte alle loro caratteristiche) e le parti del quinto quarto (cuore, trippa, coda) spesso dimenticate. Pane tiepido, grissini croccanti: la lunga lista di antipasti (16-22 euro) comprende, tra gli altri, insalata di pernice, nervetti, zuppetta di lumache, fegatelli di coniglio, delizioso fegato di vitella tirato al Ramandolo e pistacchi, carne cruda tritata e marinata alle erbe nel taglio dello spinacino, dolce e morbido, e nel taglio del diaframma, succoso e sodo. Ai primi (15-22 euro) è forte il richiamo delle lasagne al forno: un pò troppo asciutte, pasta verde con crosticina, buon ragù appena sapido (sono riscaldate per, discutibile, convinzione e rispetto dell’uso antico); ottima la pasta dei tagliolini, porosa ed elastica con anima soda, e ragù al profumo di rosmarino che lascia sugo nel piatto per la scarpetta. E ancora, zuppe, risotto, passatelli e cappelletti. Ai secondi (16-28 euro; la griglia 8 euro l’etto; il filetto di vitella 45 euro), vari tagli alla piastra, guanciale al vino rosso, coniglio e faraona arrosto, il tenero cuore trifolato, la coda di vacca in umido nel tegamino di coccio, con la sua carne quasi cremosa che si stacca dall’osso, il sugo dolce, il sapore raro.
Per finire
Il gelato di famiglia, lo zabaglione caldo (scritto così, per meglio rendere l’idea) nel pentolino di rame servito sul salame di cioccolato o insieme ai tanti biscottini di casa, la Tatin, il tortino di cioccolato, le pere alla cannella (12-18 euro). Servizio competente, simpatico, non ingessato; il conto per quattro piatti attorno ai 70 euro, bevande escluse. Menu esposto, coperto abolito, bagni comodi, ingresso con scale, parcheggio nei dintorni.
Non mancate
Coda, cuore
English version below
It has a long history, the Forte di Rubiera: a military garrison, the residence of kings and knights, a martial prison and, after countless transformations, currently home, at least in part, to the "Osteria del Viandante". Already an eatery back in the nineteenth century, its 150th birthday is being commemorated by a set menu of yesteryear (€60) with Lasagna and rabbit as they used to be cooked. In the piazza in front of that monument to regional cooking known as “Arnaldo, Clinica Gastronomica”, here is its imposing entrance with a long staircase leading to the entrance: the menu on display here, a ring on the bell to gain admittance to the antechamber with pieces of furniture bristling with precious distillates, then a corridor overlooked by various dining rooms, every one different, all furnished with the taste of the fine bourgeois and aristocratic houses of last century, lofty frescoed ceilings, large precious candelabras, padded armchairs, linen tablecloths, Ginori crockery. An impressive list of wines from the Italian regions and around the world, with various formats and vintages, a huge range of champagnes, meditation wines, an Armagnac collection, the possibility of buying as a gift.
The cuisine, the dishes
Local and traditional cuisine interpreted faithfully observing the rules governing the making of egg pasta, the preparation of basic sautés for long stewing, the choice of quality raw materials and hence preparations abounding in flavour, with robust-tasting sauces that are not always light. Then there is the meat culture: no bovine breeds are listed on the menu, as is the norm nowadays, but the names of the cuts (codone, spinacino, sotto paletta, punta di cappello del prete, diaframma... in the most suitable recipes for their characteristics) and often neglected offal (heart, tripe, tails...). Warm bread, crispy bread sticks: the long list of starters (€16-22) includes, amongst other things, a grouse salad (insalata di pernice), tenderloin (nervetti), snail soup (zuppetta di lumache), rabbit livers (fegatelli di coniglio), a delicious veal liver cooked in Ramandolo wine with pistachio, raw beef chopped and marinated with herbs called Taglio dello Spinacino, sweet and tender, and in the hanger steak, juicy and firm. As for the first courses (€15-22), the baked lasagne are too enticing: a bit on the dry side, the pasta green with a subtle crust, a delicious, just savoury meat sauce (reheated following a debatable conviction respecting ancient tradition); fine tagliolini pasta, porous and elastic with a firm heart and a rosemary tinged meat sauce that leaves enough behind on the plate to mop up with some bread. In addition, soup, risotto, passatelli dumplings, and cappelletti filled pasta. On to the second courses (€16-28; grilled meat €8 per hectogram; fillet of veal €45), various griddled cuts, pork cheek (guanciale) in red wine, roast rabbit (coniglio) and guinea-fowl (faraona), some tender heart (cuore) pan-fried in oil, garlic, and parsley, a stew of cow tail (coda) served in a terracotta bowl, its flesh so creamy it falls off the bone, its sauce sweet, the flavour rare.
To finish off
Family-made ice cream, hot zabaglione served in a copper pot on top of chocolate salami or together with a rain of small home-made biscuits, a Tatin tart, a small chocolate cake, pears in cinnamon (€12-18). Competent, pleasing, flexible service; a bill for four courses around 70 Euro, drinks excluded. Menu on display, no cover charge, easy-access toilets, entrance with stairs, nearby parking.
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