Raccontando della Cina e della sua capitale, non possiamo non parlare della Grande Muraglia. Da cittadino turco che va fiero della propria storia, so che il mio popolo non è sempre vissuto in Anatolia. Ci siamo arrivati da molto più lontano, dalle steppe dell’Asia subito a ovest della Cina. I popoli turchi e mongoli, che un tempo attraversavano proprio questi sentieri, su cui sto camminando ora, per saccheggiare la Cina da cima a fondo, a un certo punto non riuscirono più a farlo. Quando i sovrani cinesi, stanchi delle continue incursioni da ovest, iniziarono a costruire la Grande Muraglia nel 1368, fu chiaro che con archi e cavalli non avremmo più potuto abbattere quelle mura. E così, le tribù turco-mongole furono respinte e dovettero cercare altri orizzonti. Per quanto sia iscritta nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, tolta la sua storia, la Grande Muraglia non mi ha impressionato quanto pensavo: è facilmente raggiungibile, ma alla fine non fate altro che camminare qualche passo sopra un lungo, contorto muro immerso nei boschi. Non fraintendetemi, sono contento di esserci stato. Ma considerando che visitarla richiede praticamente un’intera giornata, forse è uno di quei posti che è più bello amare da lontano.
Il ventiduenne Yekta Demirtas, studente del terzo anno del corso di laurea in Civiltà e lingue straniere del nostro ateneo ha vinto il bando di scambio Erasmus Overworld per la Cina. Un solo posto per tutti gli studenti del Dipartimento e dopo un processo di selezione competitivo. Yekta è un ragazzo turco che, dopo un anno di apprendimento dell’italiano, si è innamorato di Parma e l’ha scelta come casa per i suoi studi universitari. Per sei mesi ci accompagnerà nel suo viaggio alla scoperta della «galassia Cina», inviandoci, ogni volta che lo riterrà stimolante, una fotonotizia, per renderci partecipi della sua esperienza.