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L’arma dell’inganno-Operation Mincemeat

Spie e sentimenti: la guerra è romantica. Ma solo al cinema

Così gli 007 inglesi ingannarono i tedeschi sullo sbarco in Sicilia

Spie e sentimenti: la guerra è romantica. Ma solo al cinema

di Lara Ampollini

15 Maggio 2022, 10:44

La guerra non è mai romantica. Tranne che al cinema, naturalmente, dove rimane uno scenario perfetto su cui intrecciare destini e sentimenti.

Spie provate dal loro lavoro nell’ombra cercano scampoli di umanità tra le quinte taglienti di decisioni che possono cambiare il destino del mondo. Una mossa sbagliata ed è la fine per interi paesi. Tutto, anche il più piccolo moto dell’animo, acquista una dimensione epica.

L’ambientazione è promettente, ma il plus in questo nuovo film di John Madden (il regista, anche, di «Shakespeare in love») è proprio la vicenda, secretata e quindi sconosciuta fino a qualche anno fa, dell’inganno che rese possibile lo sbarco, quasi indisturbato, delle truppe alleate in Sicilia. E da lì il via alla campagna d’Italia, nel luglio del 1943. Uno sbarco imponente ma che colse impreparati i nazi-fascisti.

Pensavano sarebbe avvenuto in Grecia grazie ad un’abile azione di depistaggio ideata da due agenti dei servizi segreti britannici, Ewen Montagu e Charles Cholmondeley.

L’idea fu quella di far ritrovare sulle coste della Spagna franchista il cadavere di un finto ufficiale inglese, con documenti (falsi) sul prossimo sbarco alleato in Grecia. Gli spagnoli avrebbero passato le informazioni alle spie tedesche abbondantemente presenti sul loro territorio e quindi ai generali del Fuhrer.

Detto così sembrerebbe un piano semplice. Ma non lo fu affatto. E richiese l’impegno e l’ingegno di una squadra piccola ma motivatissima, tra cui c’era anche Ian Fleming, il «papà» di 007. Confinato in uno scantinato, circondato dall’anonimato e dallo scetticismo del loro superiore, il team di «Mincemeat» (letteralmente carne macinata, nel senso di esca da ingoiare in un boccone) lavorò giorno e notte. A inventare la vita, gli amori, gli hobby del loro «personaggio», cucito addosso al povero cadavere di un barbone.

A fabbricare evidenze credibili del suo amore per «Pam», a scrivere la di lei lettera che lui portava nella giacca insieme alla sua foto, quella, in realtà, di Jean, una delle ragazze del team. Un lavoro maniacale, febbrile, capace di ingannare le spie e i comandi tedeschi. E di legare indissolubilmente tra loro questi artigiani dello spionaggio, costretti a vivere all’interno della loro finzione più che nelle loro vite reali.

Fatale che intorno alla «Pam» da loro creata, cresca l’amore vero e la rivalità dei protagonisti. Il patriottico Montagu, dal fascino elegante di Colin Firth, trascura la moglie per il dovere. Lei, ebrea, fugge in America, sola. Lui sublima il senso di colpa immedesimandosi nell’innamorato di «Pam». Dall’altra parte, un’altra solitudine, quella di Cholmondeley. Nessuno sa che sia una spia. Anche la madre lo crede un modesto impiegato, mentre piange il fratello, caduto in battaglia e considerato il vero eroe.

Al di là delle prove d’attore, il contrappunto sentimentale (di cui Madden è uno specialista) ha una sfumatura artefatta e retorica che non convince fino in fondo. Resta un’operazione che ha dell’incredibile. E che ci fa vedere la guerra dietro le quinte, come il gioco ingegnoso di persone perbene. Romanticherie, appunto.

Regia: John Madden
Interpreti: Colin Firth, Matthew MacFadyen
Usa 2022, 2 h e 8'
Genere: Drammatico
Dove: D'Azeglio, The Space Campus e Parma Centro

Giudizio: 3/5

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