COLLECCHIO
Parma si conferma la capitale degli studiosi dell’aquila reale: alla Corte di Giarola si è tenuto il 20esimo incontro degli esperti, grazie ai Parchi del Ducato ed in particolare al presidente Agostino Maggiali per l’ospitalità nel cuore del Parco del Taro.
Organizzato dal Gaas, Gruppo di studio Aquila reale Appennino settentrionale, il convegno si è aperto con i saluti di Michele Mendi, presidente della Lipu delegazione di Parma. Stefano Schiassi ha parlato di «Omaggio e ricordo di un grande ornitologo e rapaciologo: Mario Chiavetta, e il suo grande contributo alla conoscenza della specie Aquila chrysaetos nell’Appennino settentrionale» che risulta ancora attuale. Ubaldo Ricci, Gruppo Gaas, si è soffermato su l'anno riproduttivo 2023 per l’Aquila reale: problematiche e successi, ma anche sul rapporto con il Parco regionale delle Alpi Apuane e la proposta del Gaas per la salvaguardia delle falesie. La discussione ha coinvolto Riccardo Nardelli, Alberto Pastorino, Gruppo Gaas, sullo status della popolazione Nord-appenninica e sui nuovi possibili approcci di studio. Fabio Borlenghi ha portato un aggiornamento sulle coppie di Aquila reale dell’Appennino laziale e sulle minacce per la conservazione nell’Appennino. Borlenghi ha poi letto una nota di Jacopo Angelini sullo status della popolazione dell’Appennino umbro-marchigiano e sulla femmina Gaia monitorata con gps a 5 anni dal rilascio. È stato proiettato il filmato di Angelo Battaglia «Storie di aquile senza confini».
Per la sessione Alpi, Alberto Pastorino ha parlato dei primi risultati di un'indagine sull'Aquila reale nel Parco Nazionale della Val Grande e i grandi esperti Paolo e Laura Fasce, insieme a Franco Bergese, hanno fatto una fotografia della riproduzione 2023 di Aquila reale sulle Alpi occidentali: dati 1972-2023. E ancora con Beppe Roux-Poignant e Fabiano Sartirana la riproduzione 2023 del Gipeto nelle Alpi occidentali. Durante il convegno si è affrontato il diffuso problema del piombo, in quanto le aquile si cibano spesso di animali morti dopo essere stati feriti durante la caccia: ingerendo carcasse morte, che al loro interno hanno pezzi di munizioni di piombo, si innesca una catena di morte e spesso le aquile si ammalano di saturnismo, la malattia che provoca il piombo concentrata nel fegato. Naturalmente si è parlato anche dei nuovi comportamenti dell’Aquila rispetto ai cambiamenti climatici, che si manifestano nel periodo riproduttivo. Alla fine non poteva mancare il comandante dei carabinieri forestali Pierluigi Fedele.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata