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Il «Piano Transizione 4.0»: una occasione irripetibile 

 Il «Piano Transizione 4.0»: una occasione irripetibile 

di Patrizia Ginepri

04 Marzo 2021, 10:22

La vera partita si gioca nella trasformazione del nostro sistema manifatturiero che è basato in gran parte da piccole e medie imprese. Sono loro, infatti,  che dovrebbero determinare la vera transizione tecnologica 4.0. Gli strumenti a disposizione sono tanti e concreti, e  forse proprio perché stiamo affrontando una crisi pesante,  varrebbe la pena capire come uscirne al meglio anche attraverso nuovi investimenti, cercando che siano il più possibile supportati da agevolazioni. Se ne è parlato in un webinar organizzato dall'Upi in collaborazione con il Gia. Ecco cosa consigliano gli esperti.


PERCHÉ INVESTIRE ORA
 «Dobbiamo riflettere su un dato molto importante: a livello macroeconomico il sistema Paese non può prescindere dagli investimenti delle imprese: in beni strumentali, infrastrutture ricerca e sviluppo innovazione tecnologica - premette Pierpaolo Cavani, direttore ufficio studi Warrant Hub Tinexta -. Le misure contenute nel Piano Transizione 4.0, con le risorse del Recovery Plan integrate dalle risorse nazionale diventano davvero la leva  per rilanciare l'economia del Paese». Andiamo al dunque. «La commissione Ue ha avvertito - sottolinea Cavani -: le risorse saranno disponibili a fronte di piani di intervento chiari e verificabili in termini di effetti.  Un aspetto positivo è che il Piano Transizione 4.0 è di  fatto già pronto, manca solo una formalizzazione. Per essere concreti, serve un decreto per il coordinamento delle misure e una circolare dell'agenzia delle Entrate e del Mise che fornisca alcune interpretazioni tecniche». Buone notizie in particolare per le pmi. «Con la rivisitazione della disciplina del credito d'imposta per la ricerca e sviluppo innovazione e design - spiega Cavani - nel Piano Transizione 4.0 è inserito  un incentivo specifico sull'innovazione, in precedenza un po' lasciata da parte per dare spazio alla ricerca e sviluppo che sappiamo riguarda maggiormente le  imprese più grandi. L'innovazione permette di raggiungere tutte le attività riguardo alla tecnologia presente. E a partire dal 2020, può essere agevolata. Serve una visione di medio e lungo termine, con piani di investimento di almeno tre anni per programmare un rilancio, usando gli strumenti agevolativi che accompagneranno le imprese almeno fino a giugno 2023».


INCENTIVI 
La pianificazione finanziaria europea tradizionale ha cadenze settennali e il  2021 è l'anno di inizio della nuova programmazione che ci accompagnerà fino al 2027, con piani straordinari che l'Europa ha messo in campo, uno su tutti il Piano Next Generation EU. A parlare di investimenti produttivi, ovvero degli incentivi disponibili per l'acquisto di macchine impianti attrezzature software è Patrick Beriotto, direttore marketing e comunicazione di Warrant Hub Tinexta. «Dal punto di vista della disponibilità di risorse finanziarie - mette subito in evidenza -  ci troviamo in un momento in cui c'è grande ricchezza. Le domande sono ovvie:  come arrivare a queste risorse? Come stanno per essere declinate in contributi alle imprese? Sicuramente il focus è sul Piano transizione 4.0 che sappiamo essere la prosecuzione di Industria Impresa 4.0 e sulle novità che la recentissima legge di Bilancio 2021 ha portato a questo Piano. Una su tutte, il credito d'imposta beni strumentali, che ha sostituito nel 2020 il famoso iperammortamento. Questo cambiamento nella tipologia di incentivo ha rappresentato sicuramente qualcosa di molto interessante. Si aggiungono poi le recentissime novità che hanno visto aumentare le aliquote di premio:  quello che era un recupero del 40%  quest'anno passa al 50%, quello che era al 20% va al 30% ed è stato aggiunto anche uno scaglione che prima non c'era pari al 10% per investimenti molto importanti, anche dai 10 ai 20 milioni di euro». Indubbiamente  l'incentivo si è rafforzato in maniera importante. «Quando spendo cento e recupero 50 - spiega Beriotto - significa avere un aiuto davvero concreto. Altro punto importante è la cumulabilità di questi crediti d'imposta con altre misure, perché non sono considerati aiuti di Stato e quindi possono essere cumulabili con bandi regionali e  nazionali. A noi è capitato, in alcuni casi. di vedere investimenti produttivi finanziati al 95%. Modifiche migliorative, e tema della cumulabilità e qui entra in gioco la capacità di conoscere tutti gli strumenti e di sapere sono le regole per poterli cumulare. Non ultimo  alcune complessità da gestire, perché ogni qual volta che subentra un cambiamento normativo, questo trascina con se tutta una serie di aspetti da presidiare per nulla banali. Ad esempio, in questo momento, gli imprenditori si stanno chiedendo  come debbano essere  gestiti gli investimenti effettuati dopo il 16 novembre 2020, tra vecchia e nuova normativa».
 

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