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L'export parmense "resiste". Chimica-farmaceutica in testa

L'export parmense "resiste". Chimica-farmaceutica in testa

16 Gennaio 2021, 09:12

Recupero (+3,6%) nel terzo trimestre, ma le nuove restrizioni imposte in Europa  nell'ultimo periodo del 2020 a causa della pandemia penalizzano un anno di tenuta. I dati dell'Upi
 

Nel terzo trimestre del 2020 l’export parmense ha registrato un incremento del 3,6% rispetto allo stesso trimestre del 2019 segnando anche un recupero congiunturale rispetto al secondo trimestre dell’anno 2020 per quasi tutti i settori. A rivelarlo è la consueta analisi curata dall'Ufficio studi dell'Unione Parmense degli Industriali.
Il valore complessivo delle esportazioni provinciali parmensi è rimasto invariato nel periodo da gennaio e settembre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta di un risultato importante: mediamente è stato perso il 10,6% delle esportazioni a livello regionale e il 12,5% a livello nazionale. Nel bilancio di fine anno tuttavia le nuove restrizioni in Europa causate dalla pandemia andranno ad incidwere negativamente.  

 

Il risultato del terzo trimestre è stato reso possibile dalla presenza della chimica farmaceutica e dell’alimentare, settori anticiclici che hanno potuto non interrompere l’attività di produzione durante il periodo e che hanno incrementato le vendite rispettivamente del 27% e del 10%. La chimica farmaceutica raggiunge così la prima posizione per fatturato esportato, seguito da alimentare, impiantistica alimentare e meccanica.

Analizzando il settore alimentare (1.371 milioni di euro) il buon ritmo di crescita è stato possibile grazie alla domanda estera dei prodotti dei comparti «da dispensa» più legati alla grande distribuzione: pasta, dolci, surgelati, precotti (27%), conserve vegetali (16%) e conserve ittiche (28%). Sono risultate stazionarie le vendite dei prodotti delle conserve animali (0%) tra cui rientrano i salumi e in lieve calo le bevande (-1%). Risulta in deciso calo la domanda di prodotti lattiero caseari (-12) e si registrano perdite considerevoli per la molitoria (-40%), comparto molto legato alla ristorazione.

Tutti gli altri settori, registrano cali a doppia cifra: impiantistica alimentare (-13%) meccanica (-18%) vetro (-15%). Il calo più considerevole è stato quello registrato dal settore tessile abbigliamento con una perdita di quasi il 30% del valore dei primi 9 mesi del 2019.

Le tendenze per aree geografiche evidenziano, nel terzo trimestre 2020, un imponente incremento dei volumi esportati verso il Nord America (+55%) dovuto alla domanda di prodotti farmaceutici e un avanzamento del 2% in Sud America. In calo del 3% la domanda da parte dell’Europa e del Medio Oriente. Perdite più alte hanno riguardato Africa (-32%) e Asia (-14%). Si segnala infine un ottimo incremento delle vendite verso l’Oceania (25%) grazie all’ottima performance dell’alimentare.

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