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Unicredit, passo indietro dell'ad Mustier

30 Novembre 2020, 09:07

MILANO, 30 NOV - Sarebbe ai titoli di coda l'avventura di Jean Pierre Mustier ad Unicredit. L’attuale ceo, secondo quanto viene riferito da fonti, avrebbe deciso di non ricandidarsi per un nuovo mandato nel 2021. 

‌‌«Nel corso degli ultimi mesi è emerso che la strategia del Piano Team 23 e i suoi pilastri fondanti non sono più in linea con l’attuale visione del Cda. Di conseguenza ho preso la decisione di lasciare il Gruppo alla fine del mio mandato ad aprile 2021, in modo da consentire al Consiglio di definire la strategia futura». Lo sottolinea in una nota, il ceo di Unicredit, Jean Pierre Mustier.

«Ritengo che UniCredit debba molto a Jean Pierre, che ha preso le redini del Gruppo in un momento molto delicato riuscendo in una straordinaria inversione di tendenza, portando a compimento con successo il Piano Transform 2019 e guidando fermamente il Gruppo attraverso la crisi iniziata con la pandemia del Covid-19». Così il presidente del consiglio d’amministrazione di Unicredit, Cesare Bisogni, circa il passo indietro di Jean Pierre Mustier. «Sono dispiaciuto - aggiunge - per la decisione odierna, che tuttavia mostra ancora una volta la professionalità di Jean Pierre e non fa altro che aumentare la mia stima nei suoi confronti». 

La mossa era nell'aria tanto che il titolo in una giornata di incertezza ha lasciato sul terreno il 5%  a Piazza Affari bruciando un miliardo tondo di capitalizzazione. Il gruppo, da una parte, ha pagato i rumors sulla solidità della posizione di Jean Pierre Mustier, dall’altra, i continui riferimenti ad un matrimonio non spontaneo con Mps che invece in Borsa si toglie più di una soddisfazione (+3%), recuperando un pò di terreno perso. 


Il punto non è tanto che futuro avrà Unicredit senza la guida di Mustier, a cui gli analisti riconoscono il merito di aver semplificato l’istituto insieme all’attuazione di un elevato derisking, quanto il fatto che qualsiasi sia la soluzione alternativa deve rispondere - secondo quanto si raccoglie - a dei criteri precisi. Prima di tutto un largo consenso all’interno del consiglio che al momento non sembra esserci, ma anche l’apprezzamento degli azionisti internazionali e degli investitori istituzionali e, soprattutto, la designazione di una figura di alto profilo manageriale che soddisfi le caratteristiche degli stakeholder e delle regole Bce. 

 

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