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Farmaceutica, crescono export e produzione in Emilia

15 Novembre 2021, 05:05

L’Emilia-Romagna è tra le principali regioni in Italia nel settore dell’industria farmaceutica: in regione si trovano otto stabilimenti produttivi e sei siti dedicati alla ricerca e allo sviluppo e nel settore lavorano 5.000 addetti diretti e oltre 10.000 nell’indotto. I dati sono stati presentati questo pomeriggio durante l’incontro organizzato da Farmindustria nello stabilimento dell’azienda farmaceutica Gsk a San Polo Torrile. 

Secondo Farmindustria, in Emilia-Romagna sono stati investiti 400 milioni in ricerca e sviluppo, un dato che rappresenta il 15% del totale degli investimenti realizzati dalle imprese del territorio. Dal 2010 al 2020 l’export farmaceutico è inoltre cresciuto del 108%, con circa due miliardi di fatturato nel 2020. I principali siti di produzione e ricerca si trovano a Parma e Bologna e sono legati alle importazioni di aziende italiane, alle grandi imprese a capitale estero, alle Pmi attive nell’attività manifatturiera. Nella provincia di Parma il farmaceutico è il terzo settore per export dopo alimentari e macchine

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In Italia, secondo dati Farmindustria, sono attive nel settore quasi 200 aziende dove lavorano 67.000 addetti e 6.750 ricercatori. Nel 2020, infine, le imprese hanno registrato 34 miliardi di euro di produzione, con una crescita dell’export del 74% tra il 2015 e il 2020. 

«Abbiamo politiche di sistema che sono vecchie da anni e probabilmente sono oggetto anche di alcuni pregiudizi. E’ un sistema che si basa ancora sull'analisi di costi e che non considera la salute come un investimento». Sono le parole di Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, intervenuto oggi al roadshow 'Innovazione e produzione di valore' a San Polo di Torrile. «Le nostre politiche di governance si riferiscono al 2008 - ha sottolineato Scaccabarozzi - ma nel frattempo il Paese è invecchiato e ci sono un milione e 200.000 persone malate di cancro che sono sopravvissute e 230.000 persone affette di epatite C che sono guarite». 
Per il presidente di Farmindustria il «Covid ha dimostrato come è importante considerare la salute come un investimento», mentre «ci ha fatto pagare a caro prezzo» una politica di sistema basata «sull'analisi dei costi».  «Con la pandemia abbiamo capito la necessità di avere politiche di attrattività per aree strategiche come la salute», ha aggiunto Scaccabarozzi.  

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