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Davines: «Consumatori sempre più attenti alla sostenibilità»
Beauty e ambiente: due esperte del Gruppo (192 mln di euro di fatturato nel 2021) incontrano gli studenti
Innovazione, transizione energetica, competitività, capacità delle aziende di stare sul mercato. Tutto passa dalla sostenibilità. Parola di Davines, azienda ospite del terzo incontro di «Laboratorio imprese sostenibili», ideato e curato da Veronica Tibiletti, associata di Economia aziendale dell’Ateneo di Parma, dove il viaggio nello sviluppo sostenibile ieri ha fatto tappa nell’industria della bellezza. Parliamo di un mercato che nel 2021 ha superato i 12 miliardi di euro in Italia e i 500 miliardi di dollari nel mondo.
Sostenibilità e bellezza sono legate. «Per il 90% dei consumatori le aziende non devono solo dire che un prodotto è buono per la persona e per il pianeta ma devono anche dimostrarlo. Quando prendono una decisione di acquisto, il 73% dei consumatori ha a cuore l’azienda non solo il prodotto», spiega Marie-Charlotte Montaut, Sustainability and Transparency Senior Specialist, intervenuta come relatrice all’incontro.
Complice la pandemia, che ha aumentato la consapevolezza di molti rispetto alle tematiche ambientali, emerge un’idea di bellezza sempre più etica: il settore del beauty sta vivendo un'importante trasformazione verde. Qui a Parma alcuni imprenditori erano stati particolarmente lungimiranti. Il gruppo Davines, attivo con i marchi di haircare e skincare professionali Davines e Comfort Zone, ha sposato fin dall’inizio della sua storia aziendale la filosofia sostenibile quando era ancora un concetto pressoché sconosciuto in Europa.
Nella visione di Davide Bollati, fondatore e presidente del Gruppo, per le aziende non è sufficiente generare ricavi ma occorre offrire la garanzia di dare un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente nel lungo periodo come riportato in una dichiarazione ufficiale: «Fare del nostro meglio per il mondo e creare buona vita per tutti attraverso la bellezza, l’etica e la sostenibilità che è una disciplina e rispetto alla quale bisogna sempre alzare l’asticella».
Un impegno messo per iscritto nella missione della casa cosmetica che dal 2016 è certificata B Corp. L’idea della bellezza che raccoglie ciò che ha seminato si incarna in quel laboratorio a cielo aperto che è il Village, sede di Parma del Gruppo, vero e proprio centro di ricerca che ospita piante dalle quali si estraggono principi attivi per realizzare prodotti interamente biocompatibili.
Forte del successo ottenuto sul mercato, il Gruppo ha chiuso il 2021 con un fatturato di 192 milioni di euro (una crescita del 26% sul 2020 chiuso a 153 mln), Davines punta passo dopo passo a contribuire in modo attivo a cambiare è reinventato gli standard del settore attraverso un’arte della bellezza che sia positiva, desiderabile e sempre stimolante. L’approccio è responsabile a 360 gradi.
«Le emissioni relative alla sede di Parma sono state ridotte del 50%, risultato raggiunto grazie ad un percorso di decarbonizzazione avviato da anni», evidenzia Laura Broleri, Sustainability Scientific Impact Specialist. Il 100% dei prodotti hanno un packaging a Co2eq Compensata e tutte le sedi sono carbon neutral.