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Assemblea dell'Upi

Il ministro Giorgetti: "Con l'aumento dei costi dell'energia il Pnrr si riaggiorna o si rifà"

Giorgetti: "Pnrr, con l'aumento dei costi dell'energia il Pnrr si riaggiorna o lo si rifà"

30 Maggio 2022, 20:28

7/a Assemblea Annuale dell’Unione Parmense degli Industriali, tra gli ospiti il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha risposto anche ad alcune domande sul proposito di Salvini di andare in Russia: "Sono delle proposte suggestive, però bisogna muoversi di concerto col governo. Sono questioni di portata mondiale, quindi ciascuno deve dare il suo contributo, ma all’interno di percorsi che sono molto molto complicati".

Il ministro è poi intervenuto sul reddito di cittadinanza: «Ha anche un effetto distorsivo nella predisposizione ad accettare offerte di lavoro, quindi bisognerà perfezionare lo strumento perchè non funziona perfettamente». Altro tema, il bonus 110% «il tema vero è come usciamo da questa fase di doping senza penalizzare le imprese. Dobbiamo già immaginare come uscirne. Magari con percentuali più ridotte spalmate nel tempo che tengano dentro anche i conti pubblici». Quando «bisogna valutare l’impatto di queste misure sui conti pubblici ci si chiede se non si poteva fare diversamente». Ha poi commentato, grazie al bonus «ci sono settori che si sono messi in moto fin troppo e ci sono altri settori che meriterebbero attenzione: bisogna decidere come allocare le risorse». Sempre sul fronte dei bonus, tema su cui si è espresso con riserva il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, Giorgetti ha detto  «non voglio fare una critica al Parlamento. Abbiamo tentato in qualche modo di mettere un po' d’ordine ma il Parlamento, inevitabilmente, nell’approssimarsi della scadenze elettorale si inventa, ciascun gruppo di riferimento, ciascun parlamentare si inventa una particolare misura che diventa la sua bandiera». «I bonus - ha proseguito - nascono tutti con un sano principio, poi proliferano per andare incontro a diverse richieste di diversi settori e andare incontro a quelli che sono gli interessi anche della domanda, del pubblico fino ad arrivare al bonus sul 110% su cui io ho espresso le mie riserve in termini di potente strumento, per carità, di spinta all’economia ma - ha aggiunto Giorgetti - anche di droga della medesima tanto è vero che i prezzi del settore hanno in qualche modo stravolto completamente il mercato normale dell’edilizia privata».

A giudizio del ministro dello Sviluppo Economico, ancora, «in realtà oggi non c'è una politica di incentivo alla domanda da fare: bisogna aiutare l’offerta a ristrutturarsi e a rispondere a quelle che sono le sfide del futuro e questo mi sembra un compito molto più complicato, più arduo e che presuppone, soprattutto, imprenditori che hanno voglia di rischiare. Occorre accompagnare lo sviluppo delle imprese - ha concluso Giorgetti - e in particolare la sfida dei settori del futuro in cui oggi non ci siamo o non ci siamo più perchè sono andati all’estero e dobbiamo farli tornare a casa: questa è la politica che stiamo cercando di fare».

Il ministro ha poi parlato di legge di bilancio: «Il tema di come portare fuori una legge di bilancio dignitosa in questo momento politico si pone, specialmente in una situazione come questa. A me non risulta che Draghi voglia anticiparla a prima dell’estate. Ho sentito parlare di questa ipotesi. Ci sono delle scadenze che non possono essere bypassate - ha osservato - Una cosa del genere la fece Tremonti all’epoca dello spread impazzito, richiestaci dall’Europa. Certamente - ha concluso riferendosi all’andamento dei mercati e al loro rapporto con i conti pubblici - bisogna stare molto attenti». 

Riguardo la difficile situazione imposta dall’aumento dei costi per l’energia in Italia ma anche nel resto del Vecchio Continente «mi sembra che in Europa non tutti abbiano colto la drammaticità della situazione» che richiederebbe interventi comuni tanto che, alla luce dei continui mutamenti del quadro economico, lo stesso Pnrr «dovrebbe essere riaggiornato o se ne dovrebbe fare un altro».  Questa, ha proseguito Giorgetti parlando di «revisione e elementi aggiuntivi è una strada che dovrebbe essere valutate e rinegoziata a livello europeo. Mi sembra - ha ribadito - che non tutti in Europa abbiano colto esattamente la drammaticità della situazione e la necessità di mettere mano in qualche modo a interventi comuni per far fronte a circostanze eccezionali che rischiano di far saltare tutto il meccanismo anche della solidarietà europea».
Guardando all’Italia, ha concluso il ministro dello Sviluppo Economico, «il costo dell’energia è quello che produce maggiormente inflazione e questo è un problema molto serio» con cui ci si trova a fare i conti anche «a causa di scelte, diciamo sciagurate fatte in passato», sul versante dell’approvvigionamento energetico.  Sempre sul tema energia: «Abbiamo tassato extraprofitti delle aziende energetiche in modo da calmierare in qualche modo i costi dell’energia, le bollette di imprese e famiglie».  Se l’innalzamento dei costi energetici «prosegue per tanti mesi - ha osservato - il tema si pone e si pone a livello europeo. Non si è fatta una politica comune» che abbia indicato una via univoca per i Paesi dell’Unione che, invece, si sono mossi autonomamente con diversi «distinguo». Si poteva «mettere un tetto massimo al prezzo dell’energia a livello europeo», ha concluso Giorgetti, visto che «non mi sembra che il prezzo di mercato e dell’energia e del gas abbia funzionato». 

Sul fronte politico nazionale "evidentemente in certe situazioni il senso di scoramento pervade. Dopo di che c'è un senso di responsabilità che fa sì che Draghi si faccia carico di prendere la croce e la porta avanti fino in fondo». Alla luce della situazione attuale, ha osservato, forse anche il presidente del Consiglio «ne ha piene le scatole» perchè, d’altronde il «periodo è complicatissimo: siamo a fine legislatura, sappiamo che il prossimo anno andranno in Parlamento due terzi dei deputati". "La situazione è incerta: ogni volta che Draghi deve trovare una sintesi fa una fatica tremenda e il Parlamento ribolle. Il Governo - ha argomentato ancora - fa delle proposte non dico che il Parlamento le respinga ma non le assimila". Quindi ha puntualizzato il ministro dello Sviluppo Economico, «la situazione è oggettivamente complicata. Ma se si toglie Draghi cosa succede? Si va a votare? La situazione se uno ci riflette è un rebus e come tale ognuno deve prendersi le sue responsabilità. Ogni tanto - ha concluso Giorgetti - qualcuno minaccia crisi e poi?». 

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