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EDITORIALE inserto economia

Criptovalute, stablecoins e il caso Terra-Luna

Criptovalute, stablecoins e il caso Terra-Luna

di Augusto Schianchi

19 Giugno 2022, 14:30

Le cosiddette stablecoins sono l’innovazione più recente nel mondo delle criptovalute. Il loro scopo è da un lato quello di ridurre la volatilità dei prezzi delle criptovalute, dall’altro quello di offrire una garanzia monetaria sicura sul loro valore. L’architettura delle stablecoins è particolarmente complicata (se ne rinvia per una descrizione dettagliata alle riviste specializzate); in buona sostanza si tratta di una piattaforma informatica che accoppia una normale criptovaluta ad un derivato espresso (normalmente) in dollari che ne garantisce (almeno dovrebbe) il controvalore sul mercato monetario.
In modo del tutto analogo alle valute convenzionali, come l’euro o il dollaro, che sono “pezzi di carta” con la garanzia dello stato che le emette, e delle riserve d’oro presso la banca centrale.

Il legame tra cripto e derivato di supporto è regolato da un algoritmo “indipendente”, che ne rafforza l’immagine di una moneta non soggetta ad alcun controllo di autorità esterna. La possibilità di prestare -lo staking (a copertura dei margini)- le stablecoins tra i differenti operatori (anche per altre criptovalute) consente di percepire interessi, che sono fissati a tassi elevati, in modo da garantire agli investitori in stablecoins ritorni molto convenienti (in media il 20%).

In sintesi, le stablecoins sono criptovalute garantite da una valuta (il token, in termini tecnici) di riserva, equiparato al dollaro. Con una enorme differenza rispetto, ad esempio, al bitcoin. Questi non sono garantiti da nulla, se non dall’assicurazione (da parte di chi?) che la loro quantità -ad una certa data- è oggi predeterminata. Il bitcoin è una specie di oro digitale, senza peraltro alcuna dimensione fisica.

L’esempio di maggior successo di queste stablecoins (in giro ce ne sono 160) è la coppia Terra/Luna (terraUSD) su piattaforma BINANCE, creata da due informatici coreani, che nel loro paese ha avuto una ampia diffusione con alcuni milioni di utenti.

La piattaforma BINANCE è tra le più influenti, con un giro d’affari di mille miliardi di dollari al mese. Distribuisce un’ampia gamma di prodotti finanziari, soprattutto agevola gli scambi tra gli investitori, anche per la scelta dei token a garanzia. Nella sua comunicazione (con messaggi Telegram), si avverte che “il trading sulle criptovalute è soggetto ad alto rischio di mercato”; tuttavia ha promosso il sistema Terra/Luna come “investimento sicuro”. Il sistema Terra/Luna era l’esempio di maggior successo, perché in maggio il sistema è collassato con una perdita per i risparmiatori di 40 miliardi di dollari, il tracollo più grande mai registrato. Il susseguente tentativo da parte della Luna Foundation Guard a tutela del mercato è fallito. Il CEO di BINANCE ha commentato che il meccanismo delle stablecoins è in molti casi autoreferenziale (cioè si auto-definiscono “sicure”, senza una valutazione esterna). Con l’aggiunta che gli incentivi per attrarre nuovi investitori sono sproporzionati rispetto allo sviluppo di contesto del sistema. Naturalmente il crollo di Terra/Luna ha avuto una grande risonanza nel mondo delle criptovalute, con una forte pressione sul mercato. Bitcoin, la cripto più diffusa, è scesa ai livelli più bassi dal 2020. Naturalmente il crollo di Terra/Luna ha allarmato i mercati finanziari, e richiamato un intervento delle Banche centrali e delle Autorità di controllo. Alcune delle quali (come la Francia) peraltro ne stanno approvando per la piattaforma BINANCE la registrazione nei rispettivi paesi. L’osservazione più diffusa da parte dei banchieri centrali è che la crescita in termini di utilizzatori non solo non ne garantisce il valore, ma addirittura ne aumenta il rischio. Le stablecoins avrebbero dovuto offrire una garanzia sicura (per il controvalore in dollari nel derivato di supporto) per gli investitori. Così non è stato perché “nei momenti di stress il mercato diventa illiquido, con l’aggiunta di poca trasparenza del mercato, rispetto a liquidità e rischi nel suo complesso”. Dopo il crollo, il co-fondatore Do Kwon ha mandato messaggi alla comunità di Terra, di comprensione condivisa per chi ha subito perdite, di impegno per venirne fuori “insieme”, nella ricerca di correzioni innovative. Che dire? Il sospetto che le stablecoins riproducano uno schema Ponzi (pago gli interessi con i soldi in arrivo dai nuovi sottoscrittori), nonostante le buone intenzioni, potrebbe non essere troppo distante dalla realtà.

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