ECONOMIA
Ludovico Mannheimer, ricercatore di Eumetra: i giovani sono più consapevoli della importanza della sostenibilità e possono influenzare positivamente le generazioni precedenti. I risultati della ricerca in sintesi.
Intervista di Andrea Violi
I risultati dell'indagine "Agos Insight"
Gli italiani sono sempre più attenti alla sostenibilità e alle tematiche ad essa collegate ma, spesso, è ancora difficile metterla in pratica con azioni concrete. Ecco quello che emerge dalla prima edizione della ricerca “Agos Insights. I nuovi consumi sostenibili”, realizzata in collaborazione con Eumetra e destinata a diventare un appuntamento annuale per monitorare le
abitudini delle famiglie sul fronte green con l’obiettivo di offrire risposte adatte a supportare la transizione in chiave sostenibile.
Del resto Agos, società leader nel credito al consumo partecipata per il 61% dal Gruppo Crédit Agricole attraverso Crédit Agricole Consumer Finance e per il 39% da Banco BPM, fa della sostenibilità espressa dai valori di “green e prossimità” un punto fondante della propria strategia.
La sostenibilità si concretizza per Agos nell’impegno di accompagnare clienti e partner verso la transizione energetica e di ridurre le proprie emissioni di CO2; di essere vicina ai clienti come punto di riferimento e supporto costante; di promuovere progetti di formazione e crescita dei propri dipendenti, valorizzando le diversità e favorendo l’inclusione, nonché di realizzare iniziative a favore della collettività, come il progetto Parchi Agos Green&Smart, che si propone di rigenerare spazi verdi urbani per restituirli alla comunità.
Un impegno quello per il green che Agos condivide con la propria capogruppo Crédit Agricole Consumer Finance, intenzionata a diventare un punto di riferimento europeo per la transizione ecologica e le tematiche sostenibili, così come tutte le altre società di Crédit Agricole in Italia. Ecco dunque che dalla prima edizione di questo Osservatorio, lanciato non a caso in un periodo in cui i consumi sono impattati dai rincari sul fronte energetico, emerge come l’attenzione alla sostenibilità sia sì
un tema attuale e sentito (lo indica in media il 90% degli intervistati), ma non sempre attuabile nel
quotidiano.
La transizione energetica è più facile all’interno delle proprie abitazioni: il 71% dichiara di aver modificato i propri comportamenti in casa e ben il 69% ha adattato le proprie abitudini ai fini di un maggior risparmio energetico, anche perché -in questo caso- la sostenibilità è collegata al tema della riduzione delle spese, oltre che al minor impatto ambientale, entrambi aspetti considerati rilevanti.
Gli italiani sembrano infatti essere molto interessati alle potenzialità di un miglioramento della classe
energetica di casa (90%) e degli elettrodomestici (94%). Eppure, se la grandissima maggioranza conosce la classificazione energetica con le lettere dalla A alla G (84%), non sono altrettanti quelli che si rendono conto dell’impatto dell’utilizzo degli
elettrodomestici in bolletta (solo il 38% ne è consapevole) e che sono a conoscenza della classe
energetica del proprio immobile (51%). Proprio per questo emerge una forte richiesta di consulenza da parte delle aziende e dei rivenditori, che dovrebbero aiutare a districarsi nel dedalo delle differenze e far capire meglio i vantaggi di una
soluzione green (esigenza espressa dall’82%).
Se, tuttavia, l’impegno per modificare le proprie abitudini di comportamento e consumo in casa è diffuso, sembra invece più difficile modificare il proprio quotidiano sul versante della mobilità: solo il 15% dichiara di aver individuato soluzioni più green per spostarsi. Un po’ di più – il 31% - l’ha fatto nell’ambito dei propri acquisti. Uno dei freni alla modifica delle abitudini è rappresentato dal fatto che comportarsi in modo autenticamente sostenibile ha spesso un costo significativo.
Le generazioni oggi più in difficoltà sono quelle di mezzo – dai 30 ai 50 anni – alle prese con spese
per la casa e per i figli, e stipendi che non sempre consentono di seguire i comportamenti più virtuosi. Apparentemente contradditoria sembra essere la Generazione Z che, a parole, non dà particolare importanza al tema ma che risulta essere la più attiva nel cercare di comportarsi in modo rispettoso, anche quando questo costa qualcosa di più (l’86% pagherebbe di più per un prodotto sostenibile, contro il 73% di media): inutile e superfluo per i giovani ribadire l’importanza del tema, ormai già
profondamente interiorizzata, ma più importante agire concretamente. L’economia circolare emerge come modo per essere sostenibili, apprezzata dal 78% degli italiani e utilizzata quasi dalla stessa percentuale (77%), in particolare dai più giovani, che la considerano ormai una modalità di acquisto al pari delle altre.
A seguito dell’analisi, si delineano 4 grandi tipologie di italiani, con diversi atteggiamenti verso la sostenibilità in base soprattutto al grado di attenzione e di importanza attribuita al tema e alle risorse economiche a disposizione della famiglia:
Il gruppo degli Idealisti (31%) è caratterizzato da un’età giovane – è il più diffuso tra la generazione Z – e da risorse economiche a disposizione, spesso determinate dalle poche spese da affrontare. Sono i più orientati verso i temi della sostenibilità, quelli che li ritengono più importanti e che più ci stanno attenti nei comportamenti di tutti i giorni.
I Concreti sono il gruppo più numeroso (32%), prevalentemente femminile. Composto principalmente da persone delle età di mezzo – dai 35 ai 55 – si trova ad avere a che fare con spese e impegni quotidiani che spesso non permettono di attuare comportamenti sostenibili quanto si vorrebbe.
Avendo infatti figli a carico e/o genitori anziani hanno diverse spese che, pur di fronte ad un reddito buono, non permettono di affrontare i costi di molti prodotti sostenibili.
Gli Impossibilitati (21%) sono un gruppo principalmente maschile e con titoli di studio più bassi. Fanno spesso lavori operai e hanno maggiori difficoltà nel fronteggiare le spese mensili (es. bollette): in questo quadro non stupisce che la sostenibilità sia ritenuta un tema secondario. Hanno sì qualche comportamento green, ma più collegato al tema della riduzione delle spese. Sono di certo i meno propensi a spendere qualcosa di più per prodotti o servizi sostenibili. Gli Indolenti (16%) sono un altro gruppo a prevalenza maschile, come i concreti composto da molte famiglie, spesso con un buon grado di istruzione. Sta bene economicamente e ritiene importante il tema della sostenibilità, ma ha poca voglia (e forse tempo) di impegnarsi in prima persona. Sono infatti più che disponibili a spendere di più e a utilizzare le proprie risorse per iniziative a favore della sostenibilità, ma non a cambiare i propri comportamenti.
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