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Commercio, la riforma: l'Ue interviene per ridurre le procedure e imprimere una svolta in chiave digitale
Lo hanno annunciato da Bruxelles senza mezzi termini: è in arrivo una riforma epocale che cambierà l’architettura delle dogane in Europa. Sarà una vera e propria “rivoluzione culturale” perché trasformerà completamente - e inevitabilmente - l’approccio doganale a livello comunitario. Nei giorni scorsi la proposta della Commissione europea è stata presentata come “la riforma più ambiziosa e completa dell’unione doganale dell’Ue dalla sua istituzione nel 1968”.
La ragione è semplice: di fronte ai cambiamenti che stanno ridisegnando l’economia globale e lo stesso commercio a livello mondiale, la necessità di apportare modifiche sostanziali al concetto di dogana è diventata prioritaria. Tutto nasce dal contesto attuale. L'evolversi del commercio internazionale, del controllo delle catene di approvvigionamento e la transizione ecologica oltre a quella digitale, stanno creando la necessità di avere competenze fino a oggi escluse dall’ambito delle conoscenze dei funzionari doganali. In più, è fondamentale adeguarsi a cambiamenti commerciali non preventivabili fino a poco prima del conflitto russo-ucraino.
Le novità principali
Adottando la trasformazione digitale, la riforma si pone l'obiettivo di ridurre le procedure doganali onerose, sostituendo le dichiarazioni tradizionali con una vigilanza sulle importazioni basata sui dati. Le autorità doganali disporranno degli strumenti e delle risorse di cui hanno bisogno per valutare adeguatamente e bloccare le importazioni che comportano rischi reali per l'Ue e la sua economia.
Il nuovo corso risponde alle pressioni cui sono soggette le dogane europee, tra cui un enorme incremento dei volumi commerciali, in particolare nel commercio elettronico, ma anche il rapido aumento delle norme che devono essere verificate alle frontiere e l'evoluzione delle realtà e delle crisi geopolitiche. La riforma semplifica e razionalizza gli obblighi di dichiarazione doganale per gli operatori, ad esempio riducendo i tempi necessari per completare i processi di importazione, mettendo a disposizione un'unica interfaccia Ue e facilitando il riutilizzo dei dati. In questo modo Bruxelles si pone l'obiettivo di ridurre gli oneri del 25%, senza compromettere gli obiettivi strategici. In sostanza, una nuova autorità doganale dell'Unione europea presiederà un centro doganale digitale europeo che sarà il motore del nuovo sistema. Secondo le stime Ue, il centro di dati sostituirà nel tempo l'infrastruttura informatica doganale esistente negli Stati membri, consentendo di risparmiare fino a 2 miliardi di euro all'anno in costi operativi.
L'iter è già iniziato: la bozza della Commissione Ue dovrà arrivare al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea e al Comitato economico e sociale europeo per consultazione. Come si legge nel documento Ue, il Data Hub il sistema dati centralizzato) aprirà per le spedizioni di e-commerce nel 2028. D'ora in poi sarà fondamentale per le imprese informarsi sui cambiamenti previsti e richiedere subito assistenza, perché arrivare con i tempi ristretti per rispondere alle nuove esigenze può risultare dannoso.
E-commerce
L'Ue si pone l'obiettivo di garantire che anche le merci vendute online nei paesi membri rispettino tutti gli obblighi. Le piattaforme garantiranno che i dazi doganali e l'Iva siano pagati al momento dell'acquisto, per cui i consumatori non dovranno più far fronte a costi aggiuntivi o richieste di documenti non previsti al momento dell'arrivo del pacco. Non solo. La riforma elimina l'attuale soglia, in base alla quale le merci di valore inferiore a 150 euro sono esenti dai dazi doganali. Fino al 65% di tali pacchi che entrano nell'Ue è attualmente sottovalutato al fine di evitare i dazi doganali all'importazione. Verrà inoltre semplificato il calcolo dei dazi doganali per le merci di modesto valore più comuni acquistate da paesi terzi, riducendo a quattro le migliaia di possibili categorie di dazi doganali. Sarà così molto più facile calcolare i dazi per i piccoli pacchi, così le piattaforme e le autorità doganali saranno agevolate nella gestione del miliardo di acquisti del commercio elettronico che ogni anno entrano nell'Unione europea. Si ridurranno infine le possibilità di frode. Si prevede che il nuovo regime specifico per il commercio elettronico apporterà entrate doganali supplementari dell'ordine di 1 miliardo di euro all'anno.
Tutti gli Stati membri avranno accesso ai dati in tempo reale e saranno in grado di mettere in comune le informazioni per rispondere ai rischi in modo più rapido, coerente ed efficace. L'intelligenza artificiale sarà utilizzata per analizzare e monitorare i dati e prevedere i problemi perfino prima che le merci abbiano iniziato il loro viaggio verso l'Europa. Le autorità doganali dell'Ue potranno così concentrare i loro sforzi e le loro risorse dove saranno più necessari.
Riforma doganale Ue e transizione energetica
Poiché vuole anche adeguarsi ai cambiamenti mondiali in corso, la riforma doganale dell'Ue non prescinde dalla transizione energetica. Non a caso è stata presentata pochi giorni dopo l’entrata in vigore della nuova normativa sui meccanismi di aggiustamento alla frontiera del prezzo di carbonio, quindi dei prodotti inquinanti. I due tempi vanno di pari passo.
La previsione europea è di una modifica dei flussi commerciali, quindi di un accorciamento delle rotte e un reshoring della produzione all’interno dell’Ue, con acquisto esterno solo di materie prime che non si trovano nei mercati europei. Questo comporterà una conoscenza dei rapporti produttivi che oggi non è prevista. Il fatto, ad esempio, che la dogana possa controllare la tassazione di prodotti inquinanti determinerà un cambiamento in termini di approccio e competenze, anche in nome delle esigenze di sostenibilità ambientale nel commercio.
Il parere degli operatori
«A livello di sistemi informatici in ambito doganale l'Italia solo negli ultimi anni sta allineandosi a quanto ci risulta essere già applicabile in molti altri paesi europei – fanno sapere da Cad Europool, centro di assistenza doganale che ha sede al Cepim - . Nel nostro paese l'applicazione del Codice doganale è indubbiamente prudente e ancora molto ancorata agli interventi di verifica sulle merci che, fisiologicamente, rallentano i flussi. Le figure di “soggetto affidabile” ( Aeo in primis ) hanno ancora troppo poco impatto sulla diminuzione di controlli fisici e, di conseguenza, sui costi ad essi correlati». La riforma dovrebbe apportare nuove semplificazioni soprattutto sui traffici che si fondano sulla celerità quali, ad esempio, l'e-commerce.
«Si tenderà ad assegnare più responsabilità ad un operatore affidabile, che provvederà ad una sorta di auto-monitoraggio - spiegano da Cad Europool - permettendo quindi molti controlli tramite le scritture contabili senza che le merci siano assoggettate a soste continue; in sostanza sarà concessa , ai soggetti ritenuti affidabili, l’opportunità di fornire una tracciabilità documentale piuttosto che focalizzarsi sul controllo fisico. Naturalmente resteranno in vigore i controlli sanitari e di sicurezza in genere e sarà monitorato lo status di affidabilità dei soggetti operanti in Dogana». Una ulteriore semplificazione sarà relativa all’opportunità di effettuare operazioni doganali su tutto il territorio dell’Unione Europeo. Un esempio: «Ad oggi, se un contenitore arriva a Rotterdam, destinato ad un'azienda italiana - sottolineano da Cad Europool - l'operazione doganale avviene in Italia, mentre domani la bolletta doganale potrà essere registrata in Olanda e se vi sarà indicata la necessità di un controllo sarà la dogana della città italiana di destinazione a provvedere. Il concetto è: sdoganare tutto, tutti, e dappertutto, senza limiti territoriali e dunque sarà necessaria una totale armonizzazione dei sistemi informatici dei vari paesi Ue. Attualmente ogni paese adotta modalità di controllo in forma più o meno autonoma, con la riforma sarà attivata una piattaforma unica europea che permetterà di uniformare le varie attività doganali ed i relativi controlli. Sarà attivato un sistema di interoperabilità in cui dialogheranno a livello Ue tutte le amministrazioni coinvolte nel processo doganale. Sulla carta il progetto sembra avere ottime basi di partenza, ma sarà indubbiamente una sfida interessante capire come i sistemi potranno permettere un dialogo “uniforme” fra la Dogana di Rotterdam e la Dogana di Parma o qualsiasi altra dogana in Italia o comunitaria».
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