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ECONOMIA

Salute, Cattani: «L'Italia è un Paese leader in Europa»

Il presidente di Farmindustria: «Essenziale l'innovazione»

Salute, Cattani: «L'Italia è un Paese leader in Europa»

di Patrizia Ginepri

08 Dicembre 2023, 09:40

«Oggi è fondamentale mettere insieme le leve della macroeconomia e della competitività globale per dare una prospettiva nuova al paese, alla salute pubblica e all'industria farmaceutica. Negli ultimi 20 anni grazie a corretti stili di vita, al progresso della ricerca, alla prevenzione e alla chirurgia è diminuita la mortalità oncologica e sono guariti 260mila pazienti dall’epatite C».

Non ha dubbi il presidente di Farmindustria Marcello Cattani, che nei giorni scorsi ha preso parte, in veste di presidente del comitato d'onore su «Salute, benessere, alimentazione, ricerca e innovazione», alla nona edizione del Premio d’Eccellenza «100 Eccellenze Italiane» che, ogni anno, rende merito ai protagonisti di spicco tra personalità enti e aziende.

Cattani, presidente e ad di Sanofi Italia e Malta, ha un legame particolare con Parma, città dove si è laureato e tuttora vive.

Presidente, il Premio d'Eccellenza è un'occasione per fare il punto sull'importanza della ricerca e sugli scenari della competitività globale. Come si muove il settore farmaceutico?

«Essere presidente del Comitato d'onore su questi temi è stato un grande piacere per l'appartenenza al settore, ma soprattutto per l'autorevolezza dei presenti. L'Italia è un paese leader, che si distingue a livello europeo nell'ambito della salute e quindi dell'industria farmaceutica e della ricerca clinica. Sicuramente, la dimensione della competitività globale porta oggi le aziende del nostro settore a compiere uno sforzo incredibile per attrarre talenti e nuove competenze, ma anche per trasformarsi da un punto di vista culturale e organizzativo, passaggio obbligato per continuare ad alzare gli standard dell'innovazione di prodotto, grazie alla ricerca e, in seguito, per tradurre le scoperte scientifiche in farmaci disponibili su vasta scala».

Qual è lo scenario?

«Il nostro è il primo settore al mondo per ciò che riguarda gli investimenti in innovazione e ricerca e sviluppo, superiore al comparto dell'information technology.

Questo trend ha avuto un picco a valle della pandemia da Covid con nuovi investimenti su scala mondiale per 1.900 miliardi di dollari da qui al 2027.

La collaborazione avviata tra l'industria farmaceutica e il governo è molto positiva, ora è più che mai necessario che l'esecutivo investa e sostenga i settori che hanno un valore strategico per la sicurezza, l'economia e lo sviluppo sociale del paese, come l'industria farmaceutica che quest'anno ha generato tanto valore, in uno scenario trasformato che richiede velocità. Le aziende sono abituate a innovare, si tratta piuttosto di capire che la competizione riguarda anche le competenze pubbliche e non solo private. Sappiamo che non avremo più tanti medici, dovremo essere bravi a trattenerli facendo in modo che fare ricerca e assistenza sia più strutturato e gratificante, costruendo un contesto con più risorse per lavorare».

Che cosa serve?

«Gli investimenti sono in capitali e in competenze, servono leggi e regole che siano flessibili e che comprendano il valore dell'innovazione scientifica e industriale le implicazioni che determina per l'economia e la società. Come settore, chiediamo di di riportare il tetto per la spesa diretta in farmaci all'8,6%. Una delle priorità per il 2024 è anche lavorare per rivalorizzare quelle classi di farmaci essenziali per i cittadini, che hanno subito un taglio dei prezzi nei decenni precedenti. Ciò per garantire la sostenibilità industriale nella produzione e ridurre il rischio di carenze di medicinali».

Altro tema annoso riguarda gli effetti negativi dei ritardi all'accesso dei farmaci.

«Abbiamo disparità regionali, ma soprattutto una discrepanza nazionale: nel momento in cui l'Ema approva un farmaco in Germania viene distribuito dopo due mesi, In Italia servono 14 mesi, più gli accessi regionali. Quindi l'obiettivo della riforma dell'Aifa , l'Agenzia italiana del farmaco, a cui sta lavorando il governo è ridurre i tempi di approvazione. Ci sono riforme a costo zero che dipendono semplicemente dalla volontà politica dei governatori di Regione di abolire prontuari terapeutici regionali e ospedalieri che darebbe immediato accesso ai nuovi farmaci. Questa è la direzione da intraprendere se vogliamo un paese di diritto, con una salute universalistica da nord a sud, colmando il gap che c'è rispetto a paesi come la Francia e la Germania».

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