INDAGINE CONGIUNTURALE
Le cooperative aderenti a Legacoop chiudono il 2023 con indicatori positivi: l’80% ha registrato un utile, il 40% ha aumentato il valore della produzione (di queste, 4 su 10 registrano un incremento superiore al 10%) e il 27% anche l’occupazione. E’ quanto risulta dalla nuova indagine congiunturale sugli andamenti delle cooperative effettuata dall’Area Studi di Legacoop nella quale si evidenziano le aspettative in calo per i prossimi mesi: crescono di 8 punti i pessimisti sull’evoluzione del contesto macroeconomico.
«Dopo un 2023 positivo, per il 2024 sarà indispensabile una riduzione dei tassi di interesse e politiche di sostegno agli investimenti delle imprese per la transizione verso la sostenibilità e la digitalizzazione», afferma Simone Gamberini, presidente di Legacoop, commentando i risultati dell’indagine congiunturale.
In dettaglio nel 2023, le cooperative che hanno aumentato il fatturato (il 40% del totale) registrano una maggiore concentrazione nel settore consumo-distribuzione (54,5%), della cultura (53,8%) e della cooperazione sociale (45,9%); a livello dimensionale nelle grandi cooperative (62,5%) e, a livello territoriale, al Sud (43,3%). Sul fronte dell’occupazione, le cooperative che l’hanno aumentata (il 27% del totale) sono maggiormente concentrate nel settore della cultura (34,6%), dell’industria delle costruzioni (30,6%) e della cooperazione sociale (29,9%); a livello dimensionale nelle grandi cooperative (45,8%) e, a livello territoriale, al Sud (31,4%). Riguardo all’utile di bilancio (registrato dall’80% delle cooperative), i settori che evidenziano una maggiore concentrazione di cooperative sono le costruzioni (91,7%) e l’agroalimentare (87,0%).
fronte delle attese per il futuro, nonostante il 68% delle cooperative si attenda un livello stazionario della domanda, calano sensibilmente le previsioni di aumento (dal 26% al 17%). Resta positiva la propensione agli investimenti. Tra i problemi che condizionano la propria attività, al primo posto la scarsità di manodopera (indicata dal 41%), seguita dall’aumento dei costi delle materie prime e dei materiali (31%) e, tutti con la percentuale del 26%, l’aumento dei costi energetici, l’aumento dei tassi di interesse, la liquidità a breve termine.
Infine, le difficoltà sul fronte del credito. Le cooperative che negli ultimi 4 mesi del 2023 hanno richiesto un finanziamento (il 31%) continuano a rilevare un aumento dei tassi di interesse (il 77%), la richiesta di altre condizioni da parte delle banche (30%), l’aumento dei tempi di concessione (28%) e delle garanzie richieste (26%).
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