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NUOVO PROGETTO

Ricerca e agroindustria, Parma protagonista in Europa

Entra nel vivo il progetto Delisoil, finanziato con fondi europei

Ricerca e agroindustria, Parma protagonista in Ue

di Silvio Marvisi

30 Maggio 2024, 20:20

L’intero sistema Parma diventa ancora più forte e importante riguardo agli studi internazionali, con la partecipazione nel progetto Delisoil, che preservano il consumo di suolo, lo scarto da produzioni alimentare, il riutilizzo e la qualità del cibo attraverso il benessere del suolo e molto altro. L’appuntamento di ieri alla Camera di Commercio è stato il primo dell’organo fondato dall’Unione Europea nel 2023 per far incontrare la maggior parte dei partner e iniziare a toccare con mano tutto ciò che ruota attorno al mondo del cibo. Sono 14 i partner europei in Delisoil, di cui due italiani: Enea e Cinsa (Consorzio interuniversitario nazionale per le Scienze ambientali), di cui fa parte l'Università di Parma, con il parmigiano Nelson Marmiroli come direttore.

Delisoil si basa sui fondi europei. Il progetto infatti è stato creato direttamente dall'Unione europea e finanziato con 7 milioni di euro, di cui 1,6 milioni all'Italia.
Ieri si è costituito il gruppo di lavoro regionale il cui compito è portare l’importanza del suolo, e del suo benessere, al centro delle politiche europee. «Delle istituzioni che partecipano a Delisoil - dice il professor Marmiroli - fanno parte istituzioni alimentari ma anche industriali: i trasformatori, il Consorzio Agrario, il Consorzio Fitosanitario, l’Organizzazione del Pomodoro da Industria, Agugiaro&Figna, Davines, KilometroVerde e molti altri. Lo scopo è far conoscere le reciproche competenze e capacità e la sostenibilità delle produzioni agroalimentari. Il mio slogan: “Il suolo è dove nasce il cibo”. Se nasce su una base malata non si potrà avere buon cibo».
Il direttore dell'Upi Cesare Azzali sottolinea che «la nostra associazione ha al proprio interno sia una serie di aziende della trasformazione di prodotti agricoli, sia nella creazione di tecnologie per la trasformazione delle materie prime in cibo. Interessante il progetto che mette in connessione la filiera del cibo con modalità innovativa per il recupero dei sottoprodotti di filiera così da ottenerne nuovi elementi utili per ricostituire la fertilità del suolo nel contesto di una trasformazione dell’economia che mira a contenere gli scarti in una popolazione sempre più crescente. Altro elemento importante: permette la creazione di un dialogo fra persone, culture e territori, modalità produttive e organizzative diverse, un grande merito che va riconosciuto all’Unione Europea che costruisce integrazione fra le varie economie».
«Come Camera di Commercio dell’Emilia - afferma il presidente Stefano Landi - non siamo direttamente coinvolti ma vogliamo contribuire alla conoscenza del progetto sia per l’attualità che riguardo la filiera, uno dei grandi motori della nostra economia. Il progetto si propone di sfruttare i sottoprodotti di lavorazione alimentare in ammendanti sostenibili, in sostanze in grado di modificare e potenziare le caratteristiche chimiche, fisiche, biologiche e meccaniche di un terreno mantenendo la fertilità del suolo». 



 

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