aziende
L'ad Francesco Mutti
Nonostante le difficoltà climatiche, Mutti ha chiuso la compagna di lavorazione 2024 trasformando 565.000 tonnellate di pomodoro, rispetto alle 525.000 dell’anno scorso. L’annuncio è stato dato dall’azienda durante l’evento a Reggio Emilia di venerdì scorso legato all’evento del Pomodorino d’Oro.
Le condizioni meteo durante l’estate sono state estremamente complesse. «Siamo stati costretti a interpretare due campagne diametralmente opposte - ha sottolineato Massimo Perboni, direttore del servizio agricolo di Mutti - Se da un lato nel Nord le continue piogge hanno portato a tempi estremamente dilatati e rese di campo di gran lunga inferiori rispetto ai volumi medi, nel Sud la difficoltà è stata quella di gestire una scarsità d’acqua che non si verificava come tale da anni».
L’azienda di Parma punta sul pomodoro 100% italiano, con il 90% dei produttori concentrato nel nord Italia, motivo per cui le abbondanti piogge hanno reso ancora più difficile il raccolto. Una stagione che comunque non comprometterà le vendite all’export, considerando che la produzione di Mutti (a valore) è destinata per il 56% proprio all’estero. «In questo contesto, ancora una volta abbiamo potuto contare sulla capacità dei nostri produttori. - ha concluso Perboni - Fidarci dell’esperienza della parte agricola e assecondare i suoi tempi si è rivelata la scelta migliore per portare a conclusione una campagna molto complessa, ma che ancora una volta chiudiamo certi di aver raggiunto gli standard qualitativi prefissati e che da 125 anni il mercato ci riconosce».
Un importo di 7 milioni di euro distribuiti lungo l’intera filiera, «il più alto mai riconosciuto nei 125 anni dell’azienda». È il risultato reso noto da Mutti, impresa di Parma leader in Europa nel mercato dei derivati del pomodoro, durante l’evento a chiusura della campagna di lavorazione 2024 che, considerando le condizioni climatiche dell’estate, è risultata per l’azienda quantomai «sfidante». Mutti - presente in oltre 100 Paesi, con un fatturato da 665 milioni nel 2023 - ha deciso di riunire per la prima volta in un unico evento l’intera filiera, dal nord al sud d’Italia, venerdì scorso a Reggio Emilia in occasione della 25esima edizione del premio Pomodorino d’Oro, il massimo riconoscimento per la qualità della materia prima. Durante la serata l’amministratore delegato Francesco Mutti ha tracciato un bilancio della complessa stagione appena conclusa: «Il 2024 è stato un anno decisamente più complicato del previsto, il più difficile tra quelli affrontati nei 30 anni trascorsi da quando nel 1994 ho preso la guida dell’azienda. Ma insieme alla parte agricola, siamo riusciti a portare a termine la campagna con qualità e passione». Motivo per cui Mutti ha destinato un contributo da 7 milioni di euro all’intera filiera, che si aggiungono al prezzo concordato e pagato per il pomodoro.
«In un momento così complesso, nel venticinquesimo anniversario del nostro premio, abbiamo voluto che l’evento per la consegna del Pomodorino d’Oro fosse uno solo, come una sola, unica, è la nostra filiera - ha concluso Mutti - Ora più che mai è importante proseguire e insistere sulla strada della collaborazione, uniti, perché condividiamo tutti lo stesso obiettivo: portare sulle tavole di chi sceglie Mutti il miglior pomodoro possibile».
La campagna di raccolta 2024, fa sapere l’azienda, ha coinvolto oltre 800 famiglie di agricoltori italiani con i quali Mutti collabora. Per quantificare lo sforzo profuso, rispetto ai 70 giorni generalmente previsti per la raccolta (da metà luglio a fine settembre), nel corso di quest’anno la campagna si è protratta fino alla conclusione di ottobre, con un incremento del 22% rispetto al 2021 sulle giornate lavorative.
Quattro categorie con altrettanti vincitori e più in generale oltre 70 produttori chiamati sul palco per ricevere un riconoscimento direttamente da Francesco Mutti. La serata a Ruote da Sogno è stata soprattutto dedicata alle aziende che appartengono alla filiera di Mutti, celebrate per l’occasione attraverso il Pomodorino d’Oro, arrivato alla 25esima edizione. Il premio, come ribadito dall’azienda, ha l'obiettivo di valorizzare la qualità della materia prima e del pomodoro, oltre all’impegno dei migliori agricoltori che hanno contribuito alla buona riuscita della campagna di lavorazione per migliorare ancora di più il processo produttivo. Quattro le categorie in gara: per il "pomodoro tondo" ha trionfato l’azienda agricola piacentina Il Giglio di Benzi, guidata da Gabriele Mazzocchi, passato dalla 25esima piazza del 2020 al trionfo in questa edizione. Sulle varietà maggiormente legate al Sud, come pomodoro lungo e ciliegino, i vincitori sono state rispettivamente le aziende agricole famigliari di Gianfranco Anzivino di Troia (Foggia) e Turco Fortuna di Lesina (sempre a Foggia). Infine il premio più ambito era il pomodoro datterino - con circa 40 produttori in gara - l’unica categoria che coinvolge entrambe le filiere del Nord e del Sud. Il riconoscimento è andato all’azienda agricola di Roberto Brui a Ferrara.
© Riproduzione riservata
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata