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Festival del prosciutto di parma

Utini: «Un prodotto millenario che parla la lingua dei nostri tempi»

Utini: «Un prodotto millenario che parla la lingua dei nostri tempi»

di Maria Chiara Pezzani

05 Settembre 2025, 10:01

Una manifestazione che rappresenta un’esperienza immersiva, alla scoperta, con tanto di assaggio, del Prosciutto di Parma. Ventotto edizioni e la capacità costante di rinnovarsi. Presidente Alessandro Utini, che cosa ci si deve aspettare dall’edizione 2025 di questa kermesse?
Nell’arco di quasi trent’anni il Festival del Prosciutto di Parma è divenuto un vero e proprio riferimento tra le iniziative di turismo enogastronomico del nostro territorio, e non solo. Il nostro comparto vive una continua evoluzione, che ci ha portato a compiere passi importanti, rivolgendo lo sguardo al futuro: abbiamo ultimato con il Politecnico di Milano un progetto per la transizione ecologica delle nostre aziende, ed è recente la costituzione dell’Accademia del Prosciutto di Parma, dove le giovani generazioni potranno apprendere le nostre tecniche di lavorazione e portare avanti, negli anni a venire, un’arte millenaria.

Novità di un certo peso, ma non sono le sole...
Proprio così. Accanto a queste innovazioni, anche il Festival ha pensato di inserire un elemento di grande novità: per un pubblico che desidera vivere il prodotto in modo sempre più immersivo, abbiamo deciso di introdurre la «Prosciutto di Parma Experience». Come il nome suggerisce, si tratta di uno spazio in cui fare esperienza della nostra Dop a 360 gradi, un luogo in cui si svolgeranno incontri, show cooking, dimostrazioni e nel quale sarà possibile effettuare un percorso degustativo articolato: il ticket permetterà, infatti, di assaggiare tre diverse stagionature di Prosciutto di Parma, più una quarta variante ottenuta con il taglio a mano, affiancate a vini, birre e ad altre specialità gastronomiche del territorio.

Una nuova formula che si affianca ad appuntamenti collaudati.
Sì. Nei primi due weekend di settembre non mancherà, ovviamente, «Finestre Aperte», punta di diamante della kermesse, capace di attirare ogni anno migliaia di visitatori, anche provenienti dai paesi esteri.

La comunicazione social ha affiancato da tempo quella tradizionale, per rendere un prodotto millenario al passo con i tempi.
Un prodotto millenario come il nostro, per rimanere fedele alla propria tradizione, deve sapere leggere il cambiamento dei tempi, e questo passa anche attraverso la comunicazione. La campagna del Consorzio di quest’anno, dal titolo «Piacere, Prosciutto di Parma», ha l’obiettivo di raggiungere il grande pubblico con un tono diretto e contemporaneo, e messaggi d’impatto ai quali abbiamo affidato i nostri valori, declinati sui diversi media. Sui canali social, Francesco Panella, ristoratore di fama internazionale e presentatore televisivo, ha intrattenuto recentemente il pubblico del Prosciutto di Parma con un quiz ambientato nelle salumerie d’Italia intitolato «Che faccio, lascio?» di cui proporrà una versione dal vivo proprio in occasione dell’inaugurazione del Festival. Nella stessa serata sarà con noi anche Giulia Ghiretti, medaglia d’oro di nuoto ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024: con lei si parlerà di sport, alimentazione e si rivivranno insieme le emozioni della sua storica vittoria.

Il Consorzio è sempre più presente nelle vetrine internazionali. Quali sono i riscontri di questa avanzata?
I mercati esteri rappresentano uno sbocco commerciale importantissimo per il nostro prodotto. Lo scorso anno il 38 per cento dei prosciutti prodotti ha lasciato il Paese verso destinazioni disseminate in tutto il mondo. A dominare su tutte sono stati nuovamente gli Stati Uniti, che hanno assorbito un record di 800mila Prosciutti di Parma (un terzo dell’export), per un fatturato di circa 100 milioni di euro. Di fronte a questi numeri, è doverosa una considerazione relativamente alla tematica dei dazi, al momento particolarmente attuale: la tariffa del 15 per cento imposta dal Governo Usa al nostro prodotto (a fronte di uno 0 per cento in vigore precedentemente) comporta una maggiorazione decisamente significativa, che va unita alla contestuale svalutazione del dollaro, e che temiamo fortemente possa avere importanti ripercussioni sui volumi delle nostre esportazioni in Usa. Resta l’auspicio che le trattative negoziali tra America e Ue possano proseguire in modo proficuo, con lo scopo di ottenere l’esenzione dai dazi dei prodotti ad Indicazione Geografica, come il Prosciutto di Parma, che hanno un legame inscindibile con la loro zona di produzione e non possono in alcun modo essere replicati altrove.

Il contesto sicuramente non è semplice. Qual è l’andamento in questi primi mesi del 2025?
Sul piano produttivo stiamo assistendo ad un aumento nelle sigillature rispetto alle contrazioni degli ultimi anni, favorito anche da una maggiore stabilità nei prezzi della materia prima, che si mantengono tuttavia a livelli particolarmente elevati. Per quanto riguarda le vendite, in un contesto di generale difficoltà per i salumi, segnaliamo le performance del nostro prodotto in vaschetta, che mette a segno risultati positivi sia in Italia che all’estero.

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