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Archiviato il V-day voltiamo pagina ma senza retorica

Archiviato il V-day voltiamo pagina ma senza retorica

di Patrizia Ginepri

30 Dicembre 2020, 08:39

Che vaccino sia, finalmente. Abbiamo tutti un gran bisogno di voltare pagina e, se fosse possibile, senza quel carico insopportabile di  primedonne  e di   continui proclami ampollosi.  Attorno alla «luce in fondo al tunnel» ruotano troppe storture, per dirla con garbo.    Lo   si è capito subito dalle giornate che hanno preceduto il  vax  day, raccontato come   una sorta di  sbarco in Normandia.        A cominciare dagli  inviati delle tv presenti  al Brennero per  l'esclusiva mondiale (o meglio, lo show) del passaggio  di un furgone con il suo prezioso carico proveniente  dal Belgio. Sì, proprio così. Solo un furgone frigorifero, scortato dalle forze dell’ordine, e non i tir dei vaccini  come è stato  trionfalmente ripetuto  suonando la grancassa mediatica. Dosi trasportate: 9.750. Poche, molto poche, ma viene annunciato con enfasi che altre  470mila sono in arrivo, consegna poi slittata  a causa del maltempo.   

Sono poi seguiti i collegamenti con i primi vaccinati, da Nord a Sud, l'infermiera, l'ottuagenario e il solito camioncino modello bofrost sempre sott'occhio. Basta indugi, è tempo di nuovi annunci:  tende e primule stanno per sbucare nelle piazze d'Italia, simboli della rinascita. Il commissario straordinario Domenico Arcuri fa sapere che verranno dislocati 1.500 gazebi e, badate bene, non si tratta di tendoni da campo, ma di eleganti strutture a forma di primula, appunto, disegnate dall'archistar  Stefano Boeri. Costo? Ignoto; ma la regia  confida nella generosità degli imprenditori, peraltro impegnati in ben altre sfide. E giù altre polemiche. Anche perché, sembra che non si  trovino spicci  per offrire un compenso ai medici specializzandi chiamati a dar man forte. Sullo fondo resta l'immancabile guerra dei numeri sulle dosi in arrivo e sulla tempistica.  Signori miei, pagati profumatamente, la volete capire che la gente ne ha le tasche piene?  Sui vaccini ci si aspetta un piano chiaro e mirato al sodo, meno parole e più fatti, senza sprechi di risorse e di tempo.  Un ultimo dubbio, tra i tanti: far arrivare i vaccini dal Belgio fino a Roma per  poi  rimandarli in Veneto, Lombardia, Piemonte. Perché?

 


 

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