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Ponte della Navetta, non c'è niente da festeggiare

Ponte  della Navetta,  non c'è niente  da festeggiare

di Gian Luca Zurlini

11 Marzo 2021, 08:32

È di questi giorni la notizia che il nuovo ponte della Navetta verrà aperto entro Pasqua. Una buona notizia per i residenti della zona, ma per la quale, invece che esultare, ci si dovrebbe preoccupare. Già, perché il vecchio e storico ponte della Navetta è crollato, sotto la spinta della piena del Baganza, il 13 ottobre del 2014. Vale a dire quasi sei anni e mezzo fa. E questo è il tempo che ci è voluto per ricostruire una passerella ciclopedonale che collega le due sponde di un torrente neppure troppo ampio. Sei anni e mezzo sono più del termine che l'Unione europea ci concede per spendere i 200 miliardi del Recovery fund, che è di sei anni. Il costo del ponte della Navetta è stato di un milione e 700mila euro,  stanziati già pochi mesi dopo il crollo. Da allora, fra progettazione, gara d'appalto, aggiudicazione, lavori e collaudo, siamo arrivati al 2021. E ci sono voluti 8 (otto!) mesi perché la commissione collaudo arrivasse ad approvare i dati raccolti nel luglio scorso. Questo è il vero volto della burocrazia italiana. E questo è il senso dell'allarme lanciato da Gabriele Buia, imprenditore parmigiano presidente dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili), la cui impresa fra l'altro è capofila nell'appalto del ponte della Navetta, sull'incapacità dell'Italia di realizzare opere infrastrutturali in tempi accettabili. Il nuovo Ponte Morandi di Genova è stata un'oasi nel deserto di sabbia e di vincoli che impediscono di realizzare infrastrutture in tempi ragionevoli. Il ponte della Navetta, dunque,  verrà aperto: ma invece di tagliare il nastro quel giorno le istituzioni pubbliche dovrebbero chiedere scusa per il ritardo. 
 

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