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Problema migranti: la soluzione è in Africa  

Problema migranti: la soluzione è in Africa   

di Domenico Cacopardo

14 Maggio 2021, 08:40

Di certo, l’immigrazione è uno degli argomenti più divisivi di questi anni, quello che più di altri induce a classificare uomini e partiti a destra o a sinistra. Ed è inutile illudersi: la crescita delle immigrazioni illegali ha provocato la crescita delle xenofobie. Inoltre, alla luce di quanto accaduto negli anni scorsi, le migliaia di donne e uomini sciamati dai centri di accoglienza nel Paese non ha trovato alcun Bengodi né alcun efficace sistema di accoglienza che, attraverso la formazione linguistica e professionale, ne aiutasse l’integrazione e la sopravvivenza.


Del resto, gli stati non sono buoni o cattivi, sono regolati dalle leggi e le leggi si debbono rispettare. E la carità non è né può essere un affare di Stato: solo un esercizio privato della migliore delle doti umane, la generosa solidarietà, appunto. Questo non significa, peraltro, rifiutare l’ospitalità d’emergenza a chi, sfuggito al naufragio, è stato salvato da un natante italiano. Dovrebbe, invece, comportare un’attenta gestione del problema, sapendo e facendo sapere che la rischiosa avventura dell’attraversamento del Mediterraneo non può che avere una soluzione: il ritorno al luogo di partenza.

Basta porsi due domande: è possibile consentire un’immigrazione illegale in Italia? Con un quesito aggiuntivo: in questa fase storica, alle prese con la coda di una pandemia devastante, possiamo ammettere nel nostro Paese migliaia di immigrati illegali, le cui condizioni di salute sotto il profilo Covid-19 (e altri, come la Tbc) sono quanto meno incerte, tanto da costringere le autorità ad affittare numerose navi passeggeri per quarantenarli? Ed è onorevole che il ministro degli Interni Lamorgese chieda ai nostri partner europei di farsi carico di parte di coloro che sbarcano in Italia?


Di regola, non lo è, perché i nostri partner non hanno alcun obbligo legale o politico di farlo. La quasi totalità delle persone che sbarcano in Italia sono migranti economici, gente che fugge per fame e condizioni di vita insopportabili che le convenzioni internazionali considerano potenzialmente irricevibili. Per essi, l’Europa non ha alcun obbligo di assistenza o di supporto all’Italia. Bruxelles, infatti, critica l’arrendevolezza italiana.
Sarà giusto, sarà sbagliato, questa è la posizione degli alleati.


Allo stato, peraltro, la penisola è una specie di bottiglia nella quale confluiscono senza possibilità di uscita le migliaia di migranti che stanno giungendo nelle nostre coste.
Ora, per evitare che il problema continui a essere il terreno di crescente scontro della politica nazionale, non c’è che operare sulla sponda Sud del Mediterraneo e ottenere la collaborazione delle autorità libiche e tunisine. Questa via era stata perseguita con successo da Marco Minniti ministro dell’interno nel governo Gentiloni: è, infatti, in Africa la soluzione del problema.
Se il premier Draghi non riuscirà a mettere in campo una politica condivisa in materia, l’Italia del grande sogno da lui stesso alimentato, può risvegliarsi in gramaglie di fronte al suo svanire. Un rischio da scongiurare.

www.cacopardo.it

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