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La partita di Berlusconi per ridisegnare il centrodestra

La partita di Berlusconi per ridisegnare il centrodestra

di Vittorio Testa

13 Giugno 2020, 09:34

Nostalgico  vincente con Forza Italia e  con il Milan dei record, Silvio Berlusconi è in cerca di un doppio rilancio all’apparenza di modesto fascino: il ‘suo’  Monza in serie A e lui tornato ad essere il Cavaliere  determinante in politica. Allora prometteva  l’Eden: «L’Italia è il Paese che amo. Insieme possiamo creare un nuovo miracolo italiano».
 Adesso la scommessa è quella di fare del centrodestra il posto dei moderati lungimiranti, liberali ed europeisti . Di qui la decisione di distinguersi nettamente dall’estremismo della  Meloni e dalle pulsioni pluridirezionali di Salvini. I due, Silvio e Matteo, costretti a un’alleanza spesso litigiosa, dietro i sorrisi di circostanza non si sono mai sopportati. 
L’ultimo dei tanti screzi ,ciascuno dei quali gonfio delle scorie di quello precedente, riguarda le critiche del leader leghista all’apertura da parte di Berlusconi a un ruolo collaborativo,  ecumenico: tutti insieme per il bene del Paese. «Spero che qualcuno del centrodestra non sia disponibile a qualche governo pasticciato», ha tuonato Salvini: «Per noi dopo Conte ci sono soltanto le elezioni. Che nessuno vuole,  tranne la Meloni dallo spietato sorriso , data in fortissima ascesa nel mondo virtuale dei sondaggi.
 Il Cavaliere ha dovuto cucirsi le labbra per non esplodere di sdegno, confidando a Gianni Letta e Fedele Confalonieri, la coppia che spinge perché Forza Italia rompa l’alleanza con Salvini, uno spazientito e durissimo giudizio sul Matteo già «lumbard».
«Aveva ragione Bossi a non stimarlo. Vuol darmi lezioni di coerenza?», confida scandalizzato Berlusconi: «Proprio lui, che ha fatto il governo con i Cinquestelle? Non solo ma che  dopo aver provocato la crisi era disponibile a rifare un governo con a capo Di Maio». Altri conflitti tra Forza Italia e Lega insorgono puntuali in occasione delle elezioni regionali, in genere risolti all’ultima ora. Questa volta lo scontro su chi candidare a settembre per la guida della Campania e della Puglia è di quelli difficili da risolvere. In questo scenario di un governo traballante del quale sono quasi tutti scontenti, con un premier che pratica un moderatismo in realtà attratto da tentazioni pseudo dittatoriali, Il Cavaliere sognante il rilancio potrebbe diventare alleato indispensabile per un governo di emergenza nazionale. Dotato di un vitalismo eccezionale alimentato dalla ricchezza di un Creso, Silvio Berlusconi, alle viste dell’ottantaquattresimo compleanno, si lancia con l’ardore che ha sempre caratterizzato le sue mosse. In primis ricrearsi leader del binomio vincente tra calcio e politica. Vede già un derby Monza-Milan: insieme a Galliani punta in alto. Facile individuare il suo sogno, l’esito della nuova avventura: vincere tanto con il Monza in maniera di dimostrare d’essere lui stesso motore e propellente di successo. «In poco tempo sono diventato campione d’Italia, campione d’Europa e campione del mondo» amava ripetere il Cavaliere, attribuendo a sé stesso poteri taumaturgici: «Anche  qui a Monza ho fatto come facevo con il Milan. Andavo a parlare ai giocatori in gruppo e poi parlavo con ognuno di loro dando dei consigli personalizzati». Ricordo una volta a Milanello , il luogo degli allenamenti del Milan, la sua spiegazione per il gran gol fatto da Weah: «Incredibile: il sabato l’avevo visto un po’ giù di tono. L’ho chiamato in disparte e l’ho rincuorato, trattenendogli la mano nelle mie. E guardate che risultato…». Quel Milan dei campioni, che ha vinto 29 titoli in 31 anni, rinforzato dalle capacità sovrannaturali del Cavaliere, spiritista del gol e bomber per interposta persona , ebbe buona parte di merito dei successi politici, certo poi non…intralciati dalle reti Finivest. Dunque ecco che Berlusconi rinnova la sua sfida, forte di formidabili munizioni. Le tv, il MonzaMilan, i miliardi, la simpatia di buona parte degli italiani, i giudizi positivi degli antichi avversari  come il Pd, la convinzione che «chi crede veramente in una cosa la ottiene». E le mani con le invisibili stimmate del centravanti goleador seduto in tribuna d’onore.  

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