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Corte suprema: ancora uno schiaffo per Johnson

Corte suprema: ancora  uno schiaffo  per Johnson

di Paolo Ferrandi

25 Settembre 2019, 03:43

La Corte suprema della Gran Bretagna ha bocciato  la decisione di Boris Johnson di sospendere il  Parlamento britannico per un periodo molto superiore alla norma. Un verdetto raggiunto all'unanimità - 11 supremi giudici su 11 - e con un incipit devastante: il provvedimento di Johnson è «illegale, nullo e privo di effetti». L'ennesimo schiaffo per un premier che da quando è in carica ha incassato una serie impressionante di insuccessi politici in un tempo brevissimo. Un risultato  che rimarrà per anni nel Guinness dei primati della politica britannica.
Una censura totale  che di fatto annulla immediatamente la sospensione (prorogation) decisa dal premier  e dai suoi più stretti collaboratori con la solita mancanza di acume politico. Anche Nigel Farage, il più pittoresco  tra gli alfieri della Brexit dura e pura, ha  chiesto a Johnson la testa del suo più stretto collaboratore, quel  Dominic Cummings che aspirava a diventare quello che era Peter Mandelson per Tony Blair. Solo che il «Prince of Darkness», il «principe delle tenebre» Mandelson era un vincente e Cummings, che è ugualmente altero e sprezzante, non ne imbrocca una.
Il problema è che comunque Johnson ha già deciso di non dimettersi e che il Parlamento, diviso su tutto,  con tutta probabilità non lo sfiducerà. Quindi la «hard Brexit» resta una possibilità  reale. E Johnson potrebbe alla fine vincere  con la tecnica del pugile Vito Antuofermo che riuscì a pareggiare il match con  Marvin Hagler, incassando - il volto  ridotto a una maschera di sangue - un pugno in più del suo avversario. 

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