La questione rifiuti a Parma è tutt'altro che risolta. Vediamo perché in estrema sintesi. Partiamo da un dato di fatto incontestabile: la raccolta differenziata è utile e necessaria. E in questo Parma è forse la città più virtuosa d'Italia per la percentuale raggiunta. Tutto positivo, dunque? La realtà che toccano con mano i cittadini dice cose ben diverse. E mostra lati negativi che, invece di essere sottaciuti, andrebbero affrontati e possibilmente risolti con spirito pragmatico e non ideologico. Il primo riguarda il costo delle bollette: in pochi, per ora, se ne sono accorti, ma stanno aumentando a fronte di un servizio che richiede molto più impegno in termini di tempo e di attenzione ai cittadini. Il motivo? Che la differenziata costa molto di più del sistema tradizionale e la riduzione delle bollette fin qui è stata possibile solo grazie a incentivi pubblici. Che però ora si «spalmano» su molti più comuni e quindi si riducono di conseguenza. La seconda realtà, mai ufficializzata ma riscontrabile nei fatti, è che i maggiori costi di smaltimento sono in gran parte stati recuperati riducendo quelli di spazzatura e pulitura delle strade. Col risultato che la città è virtuosa e ecologica, ma di questi tempi è invasa da foglie e le sue vie sono molto più sporche che in passato con i cittadini (ancora loro) costretti in autonomia a ripulire i marciapiedi come è d'obbligo per la neve. Infine, c'è l'inceneritore: che invece di essere stato «affamato» grazie a questi dati, è diventato più ingordo. E brucia più rifiuti che arrivano da fuori Parma. La domanda finale è: quale è il vantaggio allora di essere virtuosi?
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