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Il bivio di Salvini tra governo ed elezioni

Il bivio di Salvini tra governo ed elezioni

di Luca Tentoni

01 Giugno 2019, 12:41

Nonostante qualche gesto di pacificazione (le dimissioni di Rixi) il percorso del governo è sempre più difficile. Ormai tutto è in mano a Salvini, che può cogliere l'occasione per proseguire piegando le resistenze dei Cinquestelle sui temi più scottanti (Tav, flat tax, sicurezza) oppure aspettando il "casus belli" per far cadere il governo e indurre il Capo dello Stato a sciogliere le Camere nella seconda metà di luglio, in modo che si voti a fine settembre. Il leader leghista, dunque, ha un mese e mezzo per valutare la situazione e scegliere la via da intraprendere. Fra le suggestioni possibili ce n'è una che non appare del tutto inverosimile. Com'è noto, una delle carte vincenti di Salvini è l'indicazione di un "nemico" da battere (i poteri forti, gli immigrati che sbarcano...); un'altra carta è il nazionalismo (non più padano, ma italiano). In questo momento, con la lettera della Commissione europea, il monito all'Italia perché rientri nei parametri (il che vuol dire probabilmente scordarsi la "flat tax" e forse anche aumentare l'Iva) può essere l'occasione per una grande battaglia. Nel nuovo europarlamento, infatti, i sovranisti non hanno avuto il numero di seggi che desideravano: non sono determinanti. L'Italia avrà molte meno poltrone importanti che in passato, limitandosi ad un posto da commissario europeo (chissà in quale settore, peraltro), quindi il nostro paese conta meno, non solo perchè la gran parte dei suoi eurodeputati è "all'opposizione" della prossima maggioranza che comprenderà verosimilmente popolari, socialisti, liberali e forse verdi.
Inoltre, il leader leghista sa che i successi alle europee, per di più con un elettorato così veloce nel mutare opinione e voto, possono evaporare nel giro di pochi mesi, forse un anno. L'opzione del voto anticipato - con un asse sovranista Lega-Fratelli d'Italia, senza l'alleato ingombrante e declinante Berlusconi - possono essere un'opzione da valutare. Secondo il "Cattaneo", Salvini e Meloni potrebbero conquistare la maggioranza dei seggi alla Camera: su questo punto, però, torneremo. Detto ciò, la Lega può provare due vie: attuare il suo programma convincendo i Cinquestelle a votarlo senza riserve e senza problemi soprattutto in Senato (dove la maggioranza è esigua) oppure andare di corsa al voto su una linea molto semplice: la "guerra" contro l'Europa che impone vincoli e sacrifici all'Italia. Un format di sicuro successo. Però Salvini sa che ogni scelta ha delle controindicazioni: la maggiore è che la proiezione del Cattaneo attribuisce a Lega-FdI appena una ventina di seggi di margine alla Camera. Basterebbe il ritorno al voto di quei pentastellati che normalmente vanno alle urne solo alle politiche per far nascere a settembre un Parlamento bloccato come l'attuale. Con una differenza fondamentale, però: scartata l'ipotesi di un nuovo governo gialloverde postvoto, non resterebbe che la rinascita in Parlamento del vecchio centrodestra. Correndo da sola, Forza Italia potrebbe prendere quei pochi seggi indispensabili per aiutare Salvini e Meloni ad avere la maggioranza. Voti che politicamente varrebbero oro e che forse indurrebbero i sovranisti ad adottare un atteggiamento più morbido verso l'Ue, al momento di trattare per la legge di bilancio 2020. 

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