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Impeachment: per Trump un regalo non gradito

Impeachment: per Trump un regalo non gradito

di Paolo Ferrandi

17 Dicembre 2019, 13:20

Ormai è certo. I democratici non faranno passare un buon Natale a Donald Trump presentandogli un regalo tutt'altro che gradito: l'impeachment, la sua messa in stato d'accusa.
 Gli articoli da approvare - probabilmente domani sera, ma non c'è la certezza assoluta dei tempi -  sono due: abuso d’ufficio e ostruzione del Congresso  per l’Ucrainagate - ossia le pressioni del presidente su Kiev per far indagare il suo rivale più probabile l'ex vicepresidente Joe Biden - e il blocco di testimoni e documenti nell’indagine di impeachment. Secondo il rapporto della commissione Giustizia della Camera le due accuse dovrebbero, almeno implicitamente, includere anche quella di corruzione.
Una volta ufficializzata la messa in stato d'accusa, però, il verdetto finale arriverà non dalla Camera, ma dal Senato dove i repubblicani - che rimangono compatti in difesa del presidente - hanno la maggioranza. In sovrappiù la maggioranza deve essere qualificata. Quindi al 99% il tycoon alla fine sarà assolto, come è già successo, sempre a causa dei rapporti di forza, con Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998.
Resta da vedere cosa succederà al Senato a partire dal 6 gennaio. Il leader della maggioranza repubblicana, Mitch McConnel, auspica un processo lampo senza testimoni; i democratici chiedono audizioni per i personaggi chiave dell'Amministrazione; Trump, invece, vorrebbe uno show con accuse agli avversari. È nell'interesse del presidente chiudere tutto al più presto, ma spesso Trump  sceglie la via che appare meno razionale.
 

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