Domenica ore 22,30. Praticamente siamo a metà di un film di prima serata (ormai tutti i programmi iniziano alle 21,30) o della fiction del momento, non in piena notte. Quartiere Montanara (non propriamente dietro il Duomo): sui campi della Rugby Parma (palazzo più vicino ad almeno 200 metri) una cinquantina di ragazzi e altrettanti genitori stanno festeggiando lo scudetto vinto nel pomeriggio a Bologna. Una cosa così non succedeva dal 1967, tanto per dare un'idea dell'eccezionalità dell'avvenimento. Fette di salame, le salsicce sulla griglia e, ovviamente, musica a palla dallo stereo e i soliti canti a squarciagola («Siamo noi, siamo noi, i campioni dell'Italia siamo noi»). A interrompere la festa due vigili: «I vicini si lamentano, fate troppo rumore». Lo stereo si spegne, la griglia si raffredda e tutti a casa. Una serata attesa da più di cinquant'anni si conclude all'ora in cui ormai non vanno più a letto nemmeno i bimbi delle elementari. Forse la soglia di sopportazione della gente è scesa a livelli preoccupanti.
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