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Ma Chernobyl non ci ha insegnato nulla?

Ma Chernobyl non ci ha  insegnato nulla?

di Patrizia Ginepri

12 Luglio 2019, 12:26

E' un pugno allo stomaco. La ricostruzione, seppur romanzata, di  quel drammatico 26 aprile del 1986 non può lasciare  indifferenti. Chernobyl, la miniserie di Hbo, che si è appena conclusa su Sky,  è già un cult.  C’è un costo, quando si ignora la verità,  più alto di quanto si immagini. A distanza di  oltre 30 anni resta un alone di mistero sulla catastrofe, a cominciare dal numero delle vittime. E non solo nei dintorni del reattore. Buona parte del mondo russo non ha apprezzato il teleromanzo occidentale, definendolo grottesco, tanto che Mosca è pronta a controbattere con la sua versione  e  il  focus sarà il presunto sabotaggio di un agente della Cia. Fiction a parte, tutti ricordiamo quanto fossero frammentate e nebulose le informazioni  dopo la tragedia. Era stato vietato il consumo del latte fresco e delle verdure a foglia; in molti  lasciavano le scarpe fuori dalla porta per  disinfettarle.   Chernobyl è una serie che disturba e smuove le coscienze perché  ricorda le vite di chi si è sacrificato ed è estremamente attuale, perché  mostra le conseguenze di un uso imprudente della tecnologia. L'obiettivo degli autori è stato raggiunto, ma c'è un risvolto inquietante: il boom di prenotazioni per le visite alla centrale e alla città  di Pripjat, raddoppiate in poche settimane.  Il  turismo «nucleare»  spopola, con tanto di selfie. E il nuovo presidente dell’Ucraina, Volodymir Zelens'kyj, ha dichiarato, proprio ieri, che riaprirà Chernobyl. Avrebbe già firmato un decreto per fare nascere un «corridoio verde» per i turisti. Follia pura.

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