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Parma chiede che le promesse siano mantenute

Parma chiede che le promesse siano mantenute

di Claudio Rinaldi

28 Gennaio 2020, 08:36

 

 

Ha tutto il diritto di brindare alla vittoria, il governatore rieletto Stefano Bonaccini. I quasi otto punti percentuali del distacco su Lucia Borgonzoni (181mila voti in più) sono il risultato di un trionfo. Tale si può definire la vittoria di Bonaccini, se si considera che i sondaggi sembravano assicurare un testa a testa all’ultimo voto.
Ha tutto il diritto di brindare alla vittoria, il governatore rieletto Stefano Bonaccini. I quasi otto punti percentuali del distacco su Lucia Borgonzoni (181mila voti  raccolti in più) sono il risultato di un trionfo. Tale si può definire la vittoria di Bonaccini, se si considera che i sondaggi circolati fino a sabato, di una parte e dell’altra, sembravano assicurare un testa a testa all’ultimo voto, e ancor di più l’aria che – al di là dei sondaggi – sembrava tirare anche sulla nostra regione. La stessa aria che ha soffiato in Umbria e in tutte le altre regioni che, negli ultimi due anni, sono passate dal centrosinistra al centrodestra.
Finiti i cin cin, Bonaccini si metterà subito al lavoro. Parma ha molte aspettative dal suo nuovo mandato e dalla giunta che nominerà da qui a pochi giorni (con un assessore parmigiano? Anche su questo c’è molta curiosità). In campagna elettorale Bonaccini si è speso parecchio con i parmigiani e i parmensi, battendo in lungo e in largo il nostro territorio. Ha fatto promesse che – ovviamente – tutti noi ricordiamo benissimo. Parliamo soprattutto di infrastrutture (delle quali il nostro territorio ha assoluto e urgente bisogno) e di sanità.
Della Ti-Bre si parla da decenni. Il caso è arcinoto: finiti i lavori in corso, il tracciato della bretella Pontetaro-Nogarole Rocca che dovrebbe collegare Autocisa e Autobrennero si fermerà a Trecasali, in aperta campagna. Posto che Lombardia e Veneto, le altre regioni coinvolte, si dicono da tempo convinte della necessità di completare il collegamento, mancherebbe solo un tratto di cinque chilometri da Trecasali al Po. 
Dopo che – con una curiosa invenzione linguistica – la Regione aveva definito questo tratto di «priorità B» (fuor di “politichese”, aveva messo il progetto in un cassetto), Bonaccini ha detto chiaro e tondo che la Ti-Bre s’ha da fare, definendola a più riprese «strategica». Lo ha detto in un dibattito in piazza Garibaldi durante l’iniziativa “Gazzetta in Piazza”, lo ha ribadito a 12 Tv parma durante una puntata di  “Parma Europa” e lo ha ri-ribadito in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi alla “Gazzetta”, precisando anche di aver già affidato all’Autocisa  uno studio di fattibilità e di essere al lavoro con il ministero delle Infrastrutture per reperire i sessanta milioni di euro necessari.
Un altro tema che sta molto a cuore a Parma e al Parmense è la fermata dell’Alta velocità in zona Fiera. 
Non è un vezzo, ma una necessità: lo chiede una delle aree più dinamiche d’Italia e d’Europa. Non serve una stazione “firmata” Calatrava: bastano due pensiline, o poco più, e soprattutto la volontà di fare in modo che fermino dei treni ad alta velocità. 
«Non c’è dubbio che Parma meriti una fermata», ha dichiarato Bonaccini alla “Gazzetta”. 
Ha anche promesso di supportare la crescita dell’aeroporto, dopo che è stato “salvato” con un aumento di capitale di oltre otto milioni sottoscritto dall’Unione industriali e dopo che la Regione ha finanziato (con dodici milioni) il prolungamento della pista.
E poi c’è la sanità. Negli ultimi tempi Parma si è sentita spesso dimenticata dalla Regione: alle opere più importanti (dal Polo oncologico in poi) stanno provvedendo soprattutto i privati, mentre altre città hanno avuto cospicui finanziamenti regionali. Non è questione di campanilismo: ma, di nuovo, una necessità assoluta per la città e il territorio.
Finito il tempo dei brindisi, Parma e il Parmense aspettano che le parole diventino fatti.

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