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Editoriale

La guerra alla guerra? Sfida giusta ma impossibile

La guerra alla guerra? Sfida giusta ma impossibile

di Vittorio Testa

29 Agosto 2022, 08:45

Guerra alla guerra! Mai più guerre! Fermate il massacro! Alzi la mano chi non è dalla parte della pace e non condanna le tragedie belliche, morti e profughi, miserie , torture e decapitazioni. Donne, vecchi e bambini uccisi a freddo. L’orrido spettacolo va in onda tutto il giorno anche mentre siamo a tavola immagini atroci, non dissimili , anzi forse anche un po’ castigate, rispetto a quelle viste ieri sera nella serie sulla guerra dei Narcos messicani: certo, si sa, è una finzione, ma così spietatamente realistica e granguignolesca da tenerci su fino a quasi mezzanotte: uomini e donne crivellati a suon di mitra, torture squartatorie esplorate addirittura fin nei visceri dai primi piani della ripresa: la cattiva maestria dell’irrealtà che inventa il vero più vero del reale. E da gustare in tutta comodità: uno dei famigliari è in ritardo? Quando arriva, «clic», blocchiamo e torniamo indietro: intanto che si mette alla pari , ne approfittiamo per farci il grappino, la bibita o la tisana. Poi a letto stentiamo a prender sonno, pensando al gran finale, nell’attesa del quale, domani la nostra giornata sarà tutta un sottile e lungo brivido preparatorio.

D’accordo, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è un dramma autentico ,di lacrime e sangue veri ma ormai normalizzato in una routine quotidiana di notiziari anche di buona qualità ma senza andar troppo per le lunghe, perché incombe il rotocalcone di nani , ballerine e politici in cerca di voti con il berretto a sonagli e la loquela facile. Intervistati, rilasciano dichiarazioni standard del tipo ‘’occorre che il governo - o, a preferenza, il Parlamento o tutti i partiti o le istituzioni o la società civile- prenda un’iniziativa forte e condivisa per far cessare questa infausta guerra che tocca tutti noi così da vicino».
Lasciamo perdere i valzer e le acrobazie linguistiche di chi ieri sosteneva l’esatto contrario di quanto afferma oggi e probabilmente cambierà domani. E concentriamoci sull’eterno problema di noi umani capaci di tutta la gamma umorale nei confronti dei nostri simili, fin da quando eravamo appena scesi dall’albero, e comunicavamo a suon di ‘«uuuu» «arffff’», con sguardi minacciosi ed esibizione di lance e randelli.

I nostri progenitori ci hanno lasciata in eredità un istinto aggressivo o il ricorso al combattimento per risolvere i conflitti è diventata prassi più recentemente? E poi: sarà possibile il sorgere di una società globale composta da miliardi di persone in armonia gli uni con gli altri, dediti alla fratellanza e armati soltanto della parola che vince convincendo? Vediamo innanzitutto il ‘’libro nero’’ dell’umanità assassina in azione in forma di eserciti . A oggi nel mondo sono in corso 59 guerre. E il bilancio bellico di morte nel mondo moderno è spaventoso. Secondo un ricercatore americano , Matthew White, La Prima guerra mondiale costò la vita a 35 milioni. La  Seconda 70 milioni di morti. Le  invasioni mongole  di  Gengis Khan, 40 milioni, al pari con la  collettivizzazione forzata  cinese (1949-76) voluta da  Mao Zedong. La  carestia indiana , causata a più riprese (1769-70, 1876-79, 1896-1900) dalle politiche economiche e amministrative britanniche, costò la vita a 27 milioni di cittadini del  vastissimo impero del Regno Unito. Il collasso della dinastia Ming  (1635-1662) lasciò sul campo 25 milioni di cinesi..La  guerra civile dei Taiping  (1850-64), in Cina, 20 milioni di morti;. l'epoca buia di Stalin che in Unione Sovietica, dal 1928 al 1954, costò la vita ad almeno 16 milioni di persone. La tratta araba degli schiavi  (VII-XIX secolo), con 18 milioni di morti; le campagne del re turco-mongolo  Tamerlano  (XV secolo) con 17 milioni di morti; il commercio degli schiavi verso le Americhe   causò 16 milioni di morti; la  conquista delle Americhe, con 17 milioni di morti. Niente male! Ma perché noi non riusciamo a smettere di ammazzarci? Il problema della guerra è antico vi si sono dedicati tutti i grandi filosofi Greci, molti dei quali ritenevano il Polemos , il dissidio, alla base di tutti gli accadimenti umani.

Secondo Eraclito la guerra è elemento necessario per la pace poiché egli è convinto che l'armonia, l'ordine e la stabilità del mondo si basino sull'equilibrio degli opposti senza i quali neppure esisterebbero gli esseri. È pura illusione pensare ad una condizione umana vissuta in un'eterna pace. E Platone: «Quella che la maggior parte degli uomini chiamano pace non è nient'altro che un nome, ma nella realtà delle cose, per forza di natura, c'è sempre una guerra, se pur non dichiarata di tutti gli stati contro tutti’’. Per i Romani la guerra era sacrosanto strumento da tenere ben oliato: ‘’Si vis pacem,para bellum’’ ( se vuoi la pace preparati alla guerra) era il loro motto. Folle ai giorni nostri, perché alla base della corsa agli armamenti da parte delle superpotenze e delle nazioni più aggressive. Nel pensiero Cristiano «bellare semper illicitum est» , guerreggiare non è mai lecito e giusto:perché in contrasto con il messaggio di amore universale di Cristo. Ma per Sant'Agostino la guerra può essere giustificata se rientra nei decreti della Provvidenza divina. « Fare la guerra è una felicità per i malvagi, ma per i buoni una necessità’’. E qui bisogna vedere chi e come interpreta i decreti della Provvidenza. Molte le menti eccelse che i sono interrogate sul fascino della guerra, da Hegel a Kant, Schopenhauer e Nietzsche. Ultimamente James Hillman, psicoanalista junghiano, dimostra che la guerra, il Polemos, è consustanziale all’uomo e quindi irrinunciabile. Infatti l’anno scorso il mondo ha speso duemila e cento miliardi di dollari per armamenti. E nel nostro piccolo, l’Italia ha esportato armi per quattro miliardi e seicentomila dollari. Hai voglia ad abolire la guerra.

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