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Editoriale

I premi Nobel per l'economia e il ruolo delle banche

I premi nobel  per l'economia e il ruolo delle banche

di Marco Ziliotti

18 Ottobre 2022, 12:20

Le loro ricerche «hanno migliorato in modo significativo la comprensione del ruolo delle banche nell’economia, in particolare durante le crisi finanziarie»: con queste motivazioni la recente assegnazione del premio Nobel per l’Economia a Ben Bernanke, Douglas Diamond e Philip Dybvig. Bernanke, lo si ricorderà, ha operato a lungo anche in prima linea, come banchiere centrale Usa: presidente della Fed dal 2006 al 2014, si è trovato a gestire - non senza difficoltà e voci critiche - la bufera finanziaria generata dalla crisi dei subprime, inaugurando la stagione del quantitative easing.
Ciò che nel corso degli ultimi decenni gli studi dei tre economisti hanno saputo ben evidenziare è, da un lato, la cruciale centralità del sistema bancario nelle economie moderne; dall’altro, i suoi specifici punti deboli, che rendono indispensabili apposite istituzioni regolatorie e misure di tutela del risparmio.
In cosa consiste, dunque, fin dai suoi albori, il mestiere di banchiere? Basta far mente locale alla radice etimologica della parola «credito»: credere, avere fiducia. Infatti, sul lato della domanda del mercato dei capitali (le imprese che richiedono finanziamenti), un sistema bancario efficiente seleziona in modo virtuoso gli investimenti sulla base del loro merito di credito, cioè del miglior rapporto rischio-rendimento. Sul lato dell’offerta di capitali, la banca incentiva un impiego produttivo del risparmio, garantendo anzitutto ai propri clienti - si pensi al tipico rapporto di conto corrente - di far fronte ad esigenze di liquidità tramite l’immediato rimborso, totale o parziale, delle somme depositate.
Oculata erogazione di credito alle imprese meritevoli ed incentivo all’impiego in tal senso del risparmio, altrimenti destinato alla tesaurizzazione, cioè a restare improduttivamente «sotto il materasso»: questo il fondamentale ruolo di intermediazione della banca, vero e proprio motore di crescita della economia.
D’altra parte, proprio il menzionato obbligo della banca al rimborso immediato («a pronti») di una porzione importante (quella «a vista») dei depositi della clientela, costituisce un peculiare punto di vulnerabilità del suo bilancio rispetto a quello delle imprese che operano in qualsiasi altro settore: infatti, l’equilibrio finanziario di ogni banca deve a sua volta necessariamente fondarsi sulla fiducia riposta dai correntisti nella sua immediata capacità di rimborso.
Il focus principale delle ricerche dei tre Nobel è rappresentato proprio dall’effetto devastante della «corsa agli sportelli» - a partire dalla crisi del 1929 -: se, a causa del fallimento di poche banche non virtuose, la fiducia dei risparmiatori venisse meno, al punto da spingerli in massa a richiedere il rimborso dei propri depositi, nessuna banca, nemmeno la più solida, sarebbe in grado di farvi fronte. La crisi di fiducia generata da un originario default si diffonderebbe con velocità epidemica non solo a tutto il sistema bancario, ma anche, a cascata, all’intera economia.
Il crescente ruolo assunto  già dalla metà del secolo scorso  dalle banche centrali, sia nel loro ruolo di controllori delle buone prassi di equilibrio finanziario delle banche (riserva obbligatoria, Cet ratio, asset-liability management), che di assicuratori di ultima istanza dei depositi a vista, costituisce il potente rimedio che - anche appunto grazie agli studi dei tre economisti premiati - ha reso possibile mitigare e circoscrivere il rischio di panico dei risparmiatori, anche nella recente crisi del 2007/2009 (innescata, come si ricorderà, dal fallimento della Lehman Brothers).
Proprio l’insieme di tali istituzioni e regole, che si è andato rafforzando ed affinando nel tempo, garantisce continuità e sviluppo del sistema creditizio. La banca, seppure nel corso dei secoli abbia cambiato d’abito, anche radicalmente, più volte (dai banchi nei mercati medioevali, ai tradizionali sportelli, alla banca dematerializzata online), mantiene il suo fondamentale ruolo di volano della fiducia.

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