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Editoriale

Riparte l'anno scolastico le incognite del digitale

Riparte l'anno scolastico le incognite del digitale

di Ruben Razzante

12 Settembre 2025, 13:25

Le scuole hanno riaperto i battenti e si preparano ad accogliere nuovamente studenti, insegnanti e famiglie per l’avvio delle lezioni e delle altre attività didattiche. Un ritorno tra i banchi che, al di là dei classici interrogativi legati ai programmi e all’organizzazione, porta con sé una serie di ulteriori sfide legate all’utilizzo delle tecnologie nell’ambito educativo. Si tratta di un tema che, ormai da anni, rappresenta una frontiera da esplorare con attenzione e responsabilità, ma che oggi più che mai richiede un approccio sistemico e consapevole da parte di tutti gli attori coinvolti.
Negli ultimi mesi, il dibattito sull’impatto della tecnologia nella scuola si è intensificato, anche grazie a una serie di iniziative ministeriali volte a regolamentarne l’uso. In particolare, ha suscitato un ampio confronto sociale e istituzionale la recente circolare firmata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara che ha introdotto il divieto di utilizzo dei cellulari anche nelle scuole secondarie di secondo grado. Non si tratta soltanto di un intervento disciplinare (sarà possibile introdurre sanzioni per i trasgressori, fino alla sospensione dalle attività scolastiche), ma anche di una misura che mira a proteggere la salute degli studenti, favorendo al tempo stesso una maggiore qualità dell’apprendimento.

Secondo quanto previsto dalla circolare, ogni istituto scolastico manterrà un certo margine di autonomia nell’attuare concretamente il provvedimento. Saranno i singoli dirigenti scolastici, infatti, a stabilire le modalità operative. Alcuni hanno già scelto di utilizzare appositi armadietti per custodire i dispositivi durante le lezioni, altri preferiscono affidarli temporaneamente ai docenti. Il punto centrale rimane la necessità di riuscire a costruire un ambiente di istruzione che sia libero da distrazioni, dove la presenza della tecnologia non comprometta la concentrazione e l’interazione sociale tra i giovani.
A questa misura si affiancano le nuove Linee Guida sull’Intelligenza Artificiale (AI) a scuola, pubblicate anch’esse dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Si tratta di un documento che rappresenta un vero e proprio punto di svolta per il sistema educativo italiano, all’interno del quale sono stati delineati i principi etici, gli approcci operativi e i percorsi di formazione per i docenti da mettere in atto.
L’obiettivo principale è quello di integrare in maniera graduale, responsabile e inclusiva le tecnologie basate sull’AI all’interno della didattica, riconoscendone le potenzialità ma senza trascurarne i rischi.
L’AI, infatti, può rappresentare uno strumento prezioso per personalizzare l’apprendimento, favorire l’inclusione di studenti con bisogni educativi speciali e potenziare l’efficacia delle metodologie didattiche. Tuttavia, la sua introduzione va gestita con estrema attenzione. Innanzitutto, è fondamentale che questi strumenti rispettino i criteri di trasparenza, equità, accessibilità e sicurezza dei dati. A tal proposito, la centralità della figura del dirigente scolastico diventa imprescindibile. Egli dovrà, infatti, coordinare le fasi di implementazione delle tecnologie intelligenti, nominare dei referenti interni, creare delle task force dedicate e promuovere una formazione continua del corpo docente.
Tuttavia, la trasformazione digitale non si limita alla sola didattica. Le tecnologie possono e devono essere impiegate anche per affrontare e contrastare l’emergenza del bullismo e del cyberbullismo, due fenomeni che continuano a colpire un numero crescente di studenti. L’utilizzo di piattaforme digitali può offrire strumenti efficaci per prevenire e monitorare reati di quel tipo ma tutto ciò deve essere accompagnato da una solida educazione digitale. È essenziale che i giovani siano formati non solo nell’uso tecnico dei dispositivi, ma anche nella consapevolezza dei propri comportamenti online, nell’empatia digitale e nel rispetto dell’altro. Le scuole possono organizzare dei laboratori, degli incontri con esperti, coinvolgendo anche le stesse famiglie in un’azione educativa condivisa. Non si può delegare solamente agli insegnanti il compito di affrontare queste problematiche; serve una rete di collaborazione tra scuola, famiglia, territorio e istituzioni, in modo tale da costruire ambienti digitali più sicuri, responsabili e consapevoli.
Accanto ai rischi connessi al bullismo e al cyberbullismo, emerge con sempre maggiore evidenza un altro tema cruciale, ovvero la dipendenza dai social network diffusa soprattutto tra le nuove generazioni. Molti adolescenti trascorrono una quantità significativa del proprio tempo nella dimensione virtuale. Rimangono connessi per ore ai social media, spesso ben oltre le soglie di attenzione e a detrimento del loro benessere. La fruizione continua e compulsiva di contenuti, il cosiddetto “scrolling”, può portare a conseguenze importanti sul piano psicologico: ansia, disturbi del sonno, isolamento sociale e, in alcuni casi, sintomi depressivi.
Non meno preoccupante è il calo dell’attenzione e della capacità di concentrazione, elementi fondamentali per l’apprendimento. Diversi studi hanno evidenziato come l’uso eccessivo dei social possa compromettere le prestazioni scolastiche, influendo sulla memoria a breve termine e sulla gestione del tempo. Di fronte a questo contesto, appare sempre più urgente l’introduzione di limiti di età più rigorosi per poter accedere a tali piattaforme e cresce l’importanza di educare maggiormente i ragazzi a un utilizzo equilibrato e consapevole di questi strumenti.
Non si tratta di demonizzare i prodotti sempre più evoluti dell’innovazione tecnologica, ma piuttosto di promuovere una nuova cultura del digitale, in grado di scegliere, dosare e comprendere. Anche in questo caso la scuola e la famiglia possiedono un ruolo chiave, sia nello stabilire delle regole sia nell’accompagnare i giovani in un corretto percorso di crescita digitale.
Alla luce di tale composito scenario, il nuovo anno scolastico non si apre solo con interrogativi, incognite, tradizioni, valutazioni o calendari, ma anche con avvincenti e delicate sfide educative. Occorre che tutti seriamente riflettano, non solo gli studenti e i docenti ma anche le famiglie e i decisori istituzionali, sul futuro della scuola in un’epoca caratterizzata da una rapida trasformazione tecnologica. E’ necessario costruire un modello educativo che sia in grado di valorizzare le opportunità offerte dall’innovazione, senza però perdere di vista i valori etici e i diritti fondamentali della persona. Solamente così si potrà trasformare la scuola in uno spazio inclusivo, equo e moderno, un luogo in cui la tecnologia sia al servizio dell’educazione e non il contrario.
(...) al C

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