Il caso
Una pattuglia dei carabinieri (foto d'archivio)
È stato fermato in piena notte nella zona industriale di Corte Tegge a Reggio Emilia nell’auto dove si trovava anche una ragazza sorella di un’amica che voleva conoscere. Queste le giustificazioni fornite dall’uomo quando i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Reggio Emilia, terminate le procedure di identificazione hanno accertato che doveva trovarsi in regime di arresti domiciliari presso una comunità da dove si era allontanato arbitrariamente senza alcun permesso appunto per incontrare e conoscere la ragazza, ignara della sua posizione giuridica.
Per questi motivi i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Reggio Emilia con l’accusa di evasione hanno arrestato un 50enne domiciliato a Reggio Emilia, ristretto al termine delle formalità di rito, a disposizione della Procura di Reggio Emilia, diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci.
Tutto è successo questa notte, quando un equipaggio della radiomobile dei carabinieri di Reggio Emilia, durante un servizio di controllo del territorio, pattugliando la zona industriale di Corte Tegge, aveva modo di notare un’autovettura in sosta con delle persone a bordo circostanza per cui optavano per eseguire i dovuti controlli. Terminate le procedure di identificazione i carabinieri accertavano che il 50enne, già ristretto per i reati di rapina impropria e resistenza a pubblico ufficiale, lo scorso mese di agosto aveva ottenuto il beneficio dei domiciliari presso una comunità del Reggiano da dove ovviamente non poteva allontanarsi senza autorizzazione del Giudice.
Alla luce di quanto sopra e non risultando al riguardo l’uomo in possesso di alcun provvedimento autorizzativo e nella considerazione che l’intento, seppur romantico, di essere evaso per conoscere una ragazza non poteva essere considerato esimente della condotta delittuosa ravvisata, i carabinieri alla luce della flagranza del reato di evasione dichiaravano in stato d’arresto il 50enne che quindi veniva condotto in caserma dove terminate le formalità di rito veniva ristretto a disposizione della Procura reggiana.
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