SANT'ILARIO D'ENZA
Si discute nel Reggiano su "Giambattista", il così denominato impianto agri-fotovoltaico che dovrebbe sorgere a ridosso della via Emilia, fra il comune di Sant'Ilario d’Enza e la frazione di Calerno.
Il progetto - presentato dalla società Lilo Solar srl di Roma, pronta a investire 68 milioni di euro per un parco energetico dalla potenza nominale di 80 Mwp grazie ad un elettrodotto interrato di 2 chilometri - ha fatto insorgere i cittadini che promettono battaglia attraverso un comitato «per evitare che la superficie di 175.121 ettari tolga prati coltivati ad erba medica e pomodori», ma anche i due candidati sindaci di Sant'Ilario - paese chiamato alle urne per le amministrative di sabato e domenica - che si sono schierati contro l’opera.
Dopo la presa di posizione dell’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi ("Abbiamo bisogno di incrementare la produzione energetica da fonti rinnovabili come il solare, ma servono però criteri che non sprechino suolo agricolo e indichino di impiegare tetti, parcheggi, aree dismesse o inutilizzabili per altri scopi», aveva detto alla stampa locale nei giorni scorsi), Regione Emilia-Romagna e Provincia di Reggio Emilia intervengono dopo la richiesta di spiegazioni da parte di politica locale e cittadini sulle tempistiche per presentare osservazioni al progetto.
«Gli uffici regionali preposti alla valutazione di impatto ambientale stanno raccogliendo tutte le osservazioni necessarie per inviarle al ministero dell’Ambiente. Il termine del 26 maggio, indicato per la consegna del materiale, è ordinatorio e non perentorio, quindi non è scattato alcun silenzio-assenso», risponde la Regione che ribadisce: «sui criteri di posa del fotovoltaico, ci siamo già espressi peraltro con due atti: sì alle rinnovabili, ma occorre salvaguardare i terreni con coltivazioni di pregio». Sulla stessa linea l’ente Provincia reggiana: «Abbiamo inviato a Regione e Ministero le osservazioni, rilevando numerose problematiche relative alle carenza di analisi di alternative e di approfondimenti del progetto oltre alla non compatibilità territoriale/paesaggistica e ambientale con il Ptcp. Per tutte queste ragioni, esprimiamo contrarietà ad un progetto così complesso ed impattante per il territorio».
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